Mauricio Pinilla, dalle rovesciate alla squadra dei pirati. Il tatuaggio del dramma e quella rissa con Jimenez

Si rinnova il classico appuntamento con la nostra rubrica "L'uomo del giorno". Protagonista di oggi è Mauricio Pinilla, attaccante cileno

CalcioWeb

Mauricio Ricardo Pinilla Ferrera, attaccante cileno classe 1984, è il protagonista della nostra rubrica ‘L’uomo del giorno’. Fisico imponente, 187 cm per 90 kg, viene portato in Italia dall’Inter nel 2003, colpita dai 20 gol realizzati in 29 presenze di questo diciannovenne che veste la maglia dell’Universidad de Chile. I nerazzurri lo girano in prestito al Chievo, poi al Celta Vigo, ma trova pochissimo spazio e non segna alcun gol. Non va meglio allo Sporting Lisbona, dove in 20 presenze firma soltanto 5 reti e finisce la stagione in prestito al Racing Sandander. Negativa anche l’esperienza in Spagna. Pinilla sceglie la Scozia per ripartire. Viene ingaggiato dagli Hearts, due reti in tre presenze. Torna in Cile, in prestito, passa poi al Vasco da Gama, in Brasile. Gioca anche a Cipro con l’Apollon Limassol. Nel 2009 è il Grosseto a credere ancora in lui. In Serie B segna 24 reti in 24 partite, poi un infortunio che gli nega il finale di una stagione memorabile a livello personale.

Palermo, Cagliari, Genoa e Atalanta le altre tappe della sua carriera italiana. Vestirà la maglia del Grifone anche da gennaio a giugno del 2017, senza reti. Torna in Cile, all’Universidad, dove realizza 14 gol in 21 presenze. Dal 2018 gioca con il Coquimbo Unido, la squadra dei Pirati. Piccolo excursus. Tutto è dovuto al porto: soprannome, colori, stemma. All’inizio del secolo scorso a Coquimbo giocavano con delle squadre inglesi e gallesi che attraccavano al porto della città: tra queste l’HMS Flora, che in una partita mise in palio i propri colori. Giallo e nero come la bandiera di San Davide, patrono del Galles: il Coquimbo Football Club vinse la partita e si vestì di giallonero per sempre.

Mauricio Pinilla è uno dei migliori interpreti della rovesciata, tanto da far dire a molti che la sua carriera è stata vissuta al contrario, a testa in giù. Celebri i suoi gol in acrobazia, specie con la maglia dell’Atalanta. Ha deciso di portare un dramma sportivo sempre con sé. Dopo il Mondiale 2014, infatti, si è tatuato l’immagine del suo tiro terminato sulla traversa che poteva permettere al Cile di eliminare il Brasile. E sotto l’immagine del pallone che impatta sul legno, poche significative parole: “ad un centimetro dalla gloria”. L’11 giugno 2011 si è sposato a Santiago del Cile con Gisella Gallardo, da cui aveva avuto già due figlie, Agustina Paz e Matilda. Il 14 aprile 2012, a Cagliari, è nato il terzo figlio, Mauricio Alessandro.

Pinilla fu coinvolto anche in un furioso litigio con Luis Jimenez, ex fantasista di Inter e Fiorentina. A Santiago, nel locale ‘La Florida’, secondo il quotidiano cileno ‘La Cuarta’ , Pinilla avrebbe provocato Jimenez mentre si stava recando in bagno e la reazione dell’interista sarebbe stata furiosa: tre pugni al volto rifilati al connazionale, finito a terra e soccorso da alcuni amici. Stando sempre alla ricostruzione fornita da ‘La Cuarta’, Pinilla si sarebbe recato prima in ospedale, dove gli sarebbero state riscontrate una ferita alla testa e una più lieve alla cervicale, e poi alla polizia per denunciare Jimenez che, secondo la sua versione, lo avrebbe colpito con un oggetto. La ruggine tra i due avrebbe origini lontane e la provocazione che avrebbe mandato su tutte le furie Jimenez sarebbe stata una frase rivolta da Pinilla a sua moglie, Maria José Lopez, la cui auto nel 2007, fu vista di fronte l’appartamento dell’allora attaccante del Vasco. Lei spiegò che quella sera aveva prestato la macchina al fratello e che non aveva nessun rapporto con Pinilla.