“Dobbiamo illuminare la strada ai figli per vivere in questo mondo di merda. Juve? Lo rifarei”: Perin confessa

Mattia Perin, portiere del Genoa (in prestito dalla Juventus) è tornato a parlare di alcuni aspetti della sua carriera, raccontando dei retroscena

CalcioWeb

Mattia Perin, tornato al Genoa (seppur in prestito) dopo un anno e mezzo di Juve, ha parlato dell’esperienza in bianconero nel corso di una diretta Instagram andata in scena con Damiano ‘Er Faina’. A partire dagli estremi difensori più forti degli ultimi anni: Il mio mito è Buffon, nessuno sarà come lui, non so per quanti anni. Per 20 anni è stato al top e solo Casillas gli si avvicina un po’, anche se tecnicamente è inferiore. Dida e Julio Cesar sono stati dei fenomeni ma per 4-5 anni, non di più. Buffon è unico nel suo genere. Ora il numero uno al mondo è Alisson. Se farei il suo vice? Ho voglia di giocare, ma mai dire mai”.

Perin non si è pentito di essere andato alla Juve: “La Juventus è tra i 5 club migliori al mondo. Potevo giocare titolare altrove, ma non mi sono mai pentito di quella scelta. Arrivavo al campo un’ora e mezza prima dell’allenamento e trovavo già mezza squadra: i successi non arrivano per caso, dietro c’è tanto lavoro. Tutti avevano un’umiltà incredibile, zitti, seri e con un’intensità pazzesca. Stando alla Juventus capisci il perché vincono da tanti anni. Tifo per loro e spero che possano vincere la Champions. Tornassi indietro sceglierei la Juventus altre mille volte“.

Su Cristiano Ronaldo: “E’ un grandissimo compagno di squadra: scherza quando c’è da scherzare, lavora quando c’è da lavorare e lì è il numero uno. Come lui e Messi ne nasce uno ogni 50-70 anni. Prima di Juventus-Atletico venne in camera mia perché aveva finito il dentifricio e mi disse di rilassarci perché notava troppa tensione in giro. Il giorno dopo, pum: 3-0 e tripletta sua. E’ un ragazzo bravissimo, l’ho conosciuto bene e vi assicuro che è diverso rispetto all’immagine che si è creata da fuori“.

Perin è di Latina. Grande rivalità con il Frosinone ma anche apertura: “Non andrei mai al Frosinone, a mio figlio però non metterei nessun paletto perché deve fare quello che lo rende più felice. Dobbiamo illuminare la strada ai figli per vivere in questo mondo di merda”.

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