La Juve è ancora in quarantena, così Sarri perde anche Serie A e Champions…

Una Juventus fuori condizione, senza idee. Cosa comprensibile dopo il lungo stop. Giudizi rimandati, ma rischia di essere un fallimento

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Facciamo una premessa, per chi subito si inalbererà per quello che andremo a scrivere: dopo tre mesi di stop forzato, di allenamenti a casa, è inevitabile che la condizione fisica sia quella vista in queste prime partite. Ma se gli altri sembrano correre di più, seppur vengano dagli stessi mesi di lockdown, qualche preoccupazione a Sarri dovrebbe venire. E se dai la sensazione di non creare e, di conseguenza, non segni per 180 minuti le preoccupazioni diventano timori. Non che la finale di Coppa Italia sia stata spettacolare, anzi. Ma il Napoli ha meritato nettamente la vittoria. E la squadra di Gattuso ha avuto bisogno dei calci di rigore per avere la meglio sui bianconeri, mentre la Juve dovrebbe erigere un monumento a quel ragazzino di 42 anni di nome Gianluigi e di cognome Buffon che l’ha tenuta in vita. E sia contro un modesto Milan, per usare un eufemismo, che contro il Napoli si è vista una squadra molto indietro dal punto di vista fisico, ma non solo. L’ostinazione di riproporre Cuadrado nel ruolo di terzino, prima di spostarlo nel tridente. L’incapacità di Dybala di pungere e il secondo rigore “pesante” sbagliato dall’argentino, dopo quello in Supercoppa Italiana contro il Milan nel 2016. Una Juve che è riuscita nell’impresa di far diventare “perdente” Cristiano Ronaldo, alla seconda finale persa con i bianconeri, dopo una serie inenarrabile di successi. Ma se la condizione fisica può essere un alibi, non si può dire altrettanto della mancanza di idee. Un giro palla stucchevole, fine a sé stesso. Nel calcio vince chi segna di più, non chi tiene di più il pallone.

E le critiche a Sarri sono iniziate. A partire dalla sorella di Ronaldo, Elma: “Non puoi fare miracoli, non capisco come si possa giocare così”. E c’è chi rimpiange Allegri. E magari sono gli stessi che non lo volevano più alla Juve. “Giochiamo male” dicevano. E pretendevano che Sarri mostrasse il gioco spettacolare visto a Napoli, quando lo stesso allenatore aveva messo (giustamente) le mani avanti. Calciatori diversi, caratteristiche diverse, impossibile replicare. Ma a tanti non dispiacerebbe più vincere giocando male. Questa Juve non mette alle corde nessuno. E il campionato di Serie A lo dimostra e ne ha beneficiato. Non c’è più la Juve ammazza campionato. Non esiste. E anche quando vince, questa squadra non sembra dare l’impressione di poter battere nessuno in partenza, come avveniva nelle stagioni precedenti. E le altre sono lì. La Lazio è l’unica ad averla battuta due volte: in campionato e in Supercoppa. In Champions c’è un’avversaria scomoda come il Lione da rimontare. La sconfitta patita in Francia richiede la massima attenzione per la gara di ritorno.

E adesso? Ora Sarri ha dodici partite di campionato e una fondamentale in Europa per provare ad invertire la rotta, come un bravo capitano deve saper fare. E con le premesse sopra il compito non è affatto facile. Il caldo aumenterà e non sarà facile alzare i ritmi. Certo, le altre saranno nelle stesse condizioni, ma se la Juve continuasse così si rischierebbe una stagione fallimentare. E allora ritorna la domanda di inizio articolo: la Juve è fuori condizione, ma è comprensibile. Ma perché gli altri sembrano stare meglio? E poi ne sorge un’altra. Con la Lazio che preme e l’Inter che potrebbe rientrare in corsa per lo scudetto e la gara di ritorno contro il Lione a Sarri restano ancora due competizioni. Riuscirà a portarne a casa almeno una o affonderà con tutta la nave? E Allegri aspetta tranquillo al porto…

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