Dall’infanzia difficile ai complimenti di Bruno Conti ed Ibra: Jeremy ‘Houdini’ Menez, l’uomo che vuol far sognare la Reggina! [VIDEO]

La Reggina, dopo l'ufficialità della promozione in Serie B, è pronta a regalarsi un colpaccio da paura: Jeremy "Houdini" Menez
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C’è una città, nel Sud Italia, calda e passionale e che sta trascorrendo giorni di gioia ed euforia. A Reggio Calabria, di norma, fa già caldo in questo periodo, ma quest’anno la temperatura rischia di mandare in tilt i termometri. Sale, la temperatura, così come sale la Reggina. Dalla C alla B, dopo un campionato entusiasmante che l’ha decretata vincitrice lunedì scorso, l’8 giugno. E adesso? E adesso nessuno si vuole fermare. Non si vuole fermare la società, che ha più volte pubblicamente annunciato l’obiettivo massimo. Non si vuole fermare la squadra, che in questa stagione ha dimostrato di non avere degne avversarie alla sua stessa altezza. Ma, soprattutto, non si vuole fermare la tifoseria, una delle più passionali d’Italia.

Il colpo ad effetto della Reggina

Come mantenere sempre alto l’entusiasmo? Con i colpi ad effetto, i colpi di magia. Houdini? Sì, proprio lui. Ma non quello vero, bensì il suo “omonimo” calcistico. Jeremy Menez, detto – appunto – Houdini. E’ questo il colpo di magia che il presidente amaranto Luca Gallo sta regalando alla città dello Stretto. La ciliegina sulla torta dopo la promozione e l’anteprima di un mercato che si prospetta scoppiettante, volto a regalare un’altra annata da sogno al popolo reggino.

L’infanzia difficile e il calcio che soccorre in aiuto

Da Totti e Vucinic a Lavezzi ed Ibrahimovic fino ad arrivare a Bellomo e Denis. Dall’Olimpico a San Siro per poi finire al Granillo. Il passo è breve. Una decina d’anni circa. Dopo un’infanzia difficile, nella periferie di Parigi, è il calcio a toglierlo via dalla strada regalandogli una vita che rischiava di essere diversa: “Forse, e sottolineo il forse perché come fai a dirlo, se non avessi avuto il calcio sarei finito in galera” – raccontava qualche anno fa – Del resto, ci sono finiti un sacco di miei amici: furti, droga, quelle cose lì, che ci caschi se sei giovane, vorresti tutto ma i soldi sono pochi. Dal quartiere me ne sono andato a Sochaux al momento giusto, a 13 anni, l’età in cui puoi iniziare a fare le stupidaggini più grosse”.

L’approdo in Italia e le giocate con Ibra

E poi arriva il rifiuto a Ferguson a 16 anni, l’esplosione in Francia e l’approdo in Italia, alla Roma. Lì instaura una bell’amicizia con Totti (“una persona molto semplice, di grande classe, mi ha preso subito sotto la sua ala protettrice, così come i suoi genitori. Abbiamo instaurato un vero rapporto di amicizia: mi faceva troppo ridere”), alterna partite mostruose a prestazioni soporifere e fa ogni tanto uscire fuori quel suo lato caratteriale arrogante e menefreghista. “Menez ricorda Bruno Conti? E’ più forte di me”, le parole dell’ex bandiera romanista. Quando si accende in campo, come detto, è uno spettacolo. Lo sa bene anche Zlatan Ibrahimovic, con cui al PSG si intendono a meraviglia tra gol e assist. Dopo la Roma, infatti, il calciatore torna in patria e gioca insieme allo svedese, Pastore e Lavezzi: “Menez è il miglior giocatore di nazionalità francese”, l’impressione di Ibra. E come dargli torto, soltanto a guardare ciò che fanno insieme.

Al Milan si riscopre goleador

Nella capitale arrivano i primi trofei, ma poi il francese trova meno spazio e torna in Italia. Pippo Inzaghi lo vuole al Milan per posizionarlo dove lui ha stazionato per una vita: in area di rigore. Da falso nueve toglie più volte le castagne dal fuoco ai rossoneri, come in occasione del gol a Parma di tacco, realizzando la sua miglior stagione in termini di gol: 16. Negli ultimi quattro anni, Turchia, Francia e America. Ora di nuovo in Italia, lì dov’è tornata la voglia di calcio dei bei tempi. A Reggio Calabria non vedono l’ora di accogliere uno degli acquisti più importanti di sempre della storia del club!