“Sarei potuto diventare come Messi o Ronaldo, ma non ne avevo voglia”: le confessioni di Sneijder

Wesley Sneijder, ex centrocampista olandese dell'Inter, ha ripercorso la sua carriera e ha detto la sua sul mercato dei nerazzurri
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Intervistato da ‘Gianlucadimarzio.com’, Wesley Sneijder, ex trequartista olandese dell’Inter ha ripercorso la sua carriera, ma ha anche parlato dell’attuale momento del club nerazzurro e del suo futuro: Sarei potuto diventare come Messi o Ronaldo. Semplicemente, non ne avevo voglia. Mi sono goduto la vita, magari a cena bevevo un bicchiere. Leo e Cristiano sono diversi, hanno fatto tanti sacrifici. E a me va bene così: la mia carriera, nonostante ciò, è stata comunque strepitosa”.

Grande protagonista del Triplete, Sneijder ha però scelto come gol più bello uno segnato con la nazionale: “​Erano i quarti di finale del Mondiale 2010, giocavamo contro il Brasile. Calcio d’angolo battuto da Robben, Kuyt la spizza e io insacco il 2-1 con un colpo di testa. Quel gol valse il passaggio alle semifinali: bello, sì, ma anche importante…”.

Si passa poi all’Inter attuale. Sneijder dice la sua su Eriksen, Lautaro e su Cavani, attaccante accostato ai nerazzurri: “​Conte ha una grande rosa e, con Eriksen in squadra, può finalmente provare a fare il salto di qualità. Christian ha fatto bene all’Ajax, poi al Tottenham e ora deve affermarsi in Italia. Ha tantissima qualità, con le sue caratteristiche può tranquillamente diventare uno dei leader del nuovo gruppo. Lautaro è fortissimo, ma deve restare in Italia. Può diventare uno dei migliori, ma prima ha bisogno di vincere qualcosa con i nerazzurri. È giusto fare il salto di qualità, ma c’è un momento per fare ogni cosa. Al Barcellona potrebbe giocare. Certo, se ha proprio voglia di andare via, preferirei passasse al Real…Cavani è Cavani. Può segnare e fare la differenza in qualsiasi campionato. Se Marotta prendesse Edinson farebbe un colpo straordinario”.

L’ex calciatore olandese ha parlato anche di Mario Balotelli: “​Fortissimo, non c’è altro da dire. Poteva essere tra i migliori attaccanti, ma ha fatto determinate scelte. Io non le condivido, ma il mondo è bello perché ognuno è fatto a modo suo. Brescia la sua ultima chance? Non saprei: uno come lui può sempre fare la differenza”.

Infine uno sguardo al futuro personale: “​Negli ultimi mesi ho cominciato a lavorare con i giovani, mi diverto ad assisterli nella loro crescita. Nella vita come nel calcio, però, tutto è possibile. Dirigente, allenatore… può succedere qualsiasi cosa. Mi sono ritirato? Sì. Almeno per ora!“.

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