Caro Sinisa, questa volta hai toppato

Un'uscita fuori luogo, un'autorete, oppure un gol clamorosamente fallito a porta vuota: questa volta non siamo d'accordo con Sinisa
CalcioWeb

I rigori li sbaglia solo chi ha il coraggio di tirarli è una delle frasi storiche legate al mondo del pallone. Ma è un concetto che vale per la vita in generale: Sbaglia soltanto chi si espone, potremmo sintetizzare. Sostanzialmente, solo chi ha il coraggio di esprimere un’opinione, anche a costo di essere impopolare, rischia di sbagliare. Chi non si esprime mai, su nulla, sicuramente non può incappare in errore.

Ecco, volendo coniugare il concetto generale al mondo del pallone (ma qui i rigori non c’entrano), possiamo prendere in riferimento Sinisa Mihajlovic. Le sue parole di ieri contro Caressa e contro Sky sono l’argomento del giorno di oggi. Bene. Tornando al discorso di cui sopra, l’allenatore serbo – noi italiani lo conosciamo abbastanza – è stato da sempre così. Prendere o lasciare. Un duro, un guerriero, un personaggio istintivo ma intelligente allo stesso modo, che sa quel che dice e come lo dice, dalla forte personalità e ben consapevole delle conseguenze. Ma si esprime. Lo fa. Che siano fatti di campo o extra campo. E, come sempre in questi casi, c’è chi è d’accordo con lui e chi no.

E, visto che lui ha potuto dire la sua sull’argomento, lo facciamo anche noi. Caro Sinisa, ci dispiace, ma questa volta hai toppato. Lo potremmo definire un autogol. Oppure, visto che il suo atteggiamento verso Caressa era d’attacco, un gol clamorosamente sbagliato a porta vuota. Sentenziare su un programma mettendo in mezzo la persona e gli affetti, questo no. Non è la strada giusta per esprimere un concetto che può anche essere discusso. Un allenatore, infatti, ha tutto il diritto di esprimersi, in difesa della propria squadra, se non gli piace il modo di operare di qualcuno. Magari in forma privata, forse meglio, ma anche pubblicamente a patto che non si scada in argomenti fuori tema. Definire “piccolino” o “il marito di Benedetta Parodi“, non è l’arma migliore per poter far valere le proprie ragioni contro una persona. Sì, perché qui parliamo di “persona” e non di “giornalista” o “conduttore”. Quello, ripetiamo, è un giudizio soggettivo. A Mihajlovic può piacere o meno come Caressa compia la sua professione. Ma la persona e la vita privata sono un’altra cosa.

Sull’aspetto professionale, pur non entrando troppo nel dettaglio di questioni di cui non siamo a conoscenza, vorremmo comunque fare qualche appunto:

  1. Caressa sta ad editore Sky come Mihajlovic sta a presidente Bologna;
  2. Le dinamiche redazionali non sono note al pubblico così come non lo sono le strategie di mercato tra presidente e allenatore;
  3. Un giornalista può non essere d’accordo sul modo di giocare di un allenatore e lo può esprimere pubblicamente. Detto ciò, a parte in rari casi, non accade così spesso che lo stesso giornalista attacchi l’allenatore perché è una brutta persona o ne chiami in causa la moglie.

Dunque, la speranza e l’augurio è che i protagonisti della vicenda abbiano già chiarito. Proprio nel giorno, 9 luglio, a cui siamo ancora molto legati – a distanza di 14 anni – anche grazie alla voce di Caressa. E proprio un anno dopo, giorno più giorno meno, l’annuncio shock di Sinisa a tutto il mondo del calcio. A 12 mesi di distanza, però, sentirlo ancora combattere, tra grinta, rimproveri e qualche uscita fuori luogo, non può che fare piacere.