Serie A, tra regole da rivedere e record di penalty. Le classifiche dei rigori a favore e contro: Genoa sprecone, Sepe salva il Parma

Sempre più rigori fischiati in Serie A. Regole confusionarie e libera interpretazione degli episodi: le classifiche dei penalty a favore e di quelli contro
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In Italia siamo abituati alle polemiche. E i calci di rigore sono sempre stati argomento di discussione nei programmi con la moviola o di dibattito al bar dopo ogni giornata di campionato. “Sì, il rigore ci poteva stare”, “No, il regolamento dice che…”. Opinioni diverse, libere interpretazioni che ognuno dava. E l’introduzione della tecnologia, del VAR avrebbe dovuto dare più certezze in tal senso. E invece…la confusione regna sovrana. Un fallo di mano viene fischiato, un altro simile viene sorvolato. Siamo alle solite. Una regola che lascia spazio all’interpretazione dell’arbitro. Nella scorsa stagione, invece, a contare sul giudizio del direttore di gara era la volontarietà. E onestamente la regola sembrava quantomeno più chiara: Il fallo di mano implica un atto intenzionale di un calciatore che con la mano o il braccio viene a contatto con il pallone. I seguenti criteri devono essere presi in considerazione:

  • il movimento della mano verso il pallone (non del pallone verso la mano);
  • la distanza tra l’avversario e il pallone (pallone inaspettato);
  • la posizione della mano non significa necessariamente che ci sia un’infrazione.

L’IFAB (International Football Association Board) ha optato per un regolamento più articolato rispetto al precedente, poiché alcuni casi limite rendevano difficile stabilire l’intenzionalità del gesto. La novità principale è la posizione delle braccia, ritenute ora come discriminante per valutare la regolarità di un intervento. Solitamente, vengono punite le seguenti casistiche:

  • quando le mani/braccia sono posizionate in modo innaturale e aumentano il volume occupato dal corpo
  • quando le mani/braccia sono al di sopra rispetto all’altezza delle spalle
  • quando un calciatore cade a terra ma le braccia sono estese lateralmente o in verticale, lontane dal corpo.

Il fallo di mano non è punibile quando:

  • il pallone tocca le mani o braccia del calciatore, arrivando direttamente dalla testa o dal corpo (compresi i piedi) del calciatore stesso
  • il pallone proviene direttamente dalla testa o dal corpo (compresi i piedi) di un altro calciatore che è vicino
  • mani o braccia sono vicine al corpo e non si trovano in una posizione innaturale tale da aumentare lo spazio occupato dal corpo
  • un calciatore cade a terra e mani/braccia sono tra corpo e terreno per sostenere il corpo, ma non estese lateralmente o verticalmente lontane dal corpo.

Beh, con tutto il rispetto, più che un arbitro serve un geometra o un ingegnere a dirigere le partite di Serie A. E il braccio non può stare così, è più alto rispetto alle spalle. Sì, prendiamo un goniometro, un compasso e calcoliamo la circonferenza che formano le due braccia. Rasentiamo il ridicolo. Solo in Italia la regola è poco chiara. Ed ecco spuntare dichiarazioni al limite. Come quelle di Gasperini dopo la gara contro la Juve: “Gli tagliamo le braccia”. Sì, perché sembra davvero questa l’unica soluzione per evitare di commettere un’infrazione. I difensori sono spesso costretti ad affrontare gli attaccanti con le mani “legate” dietro la schiena, in posizioni innaturali e in cui non è facile controllare il corpo. Ed ecco che la Serie A 2019-2020 ha fatto registrare un record: sono 157 i rigori assegnati nelle 313 partite fin qui giocate. Sono ben 49 i penalty concessi per infrazioni di mano (il 31,51%), un altro record visto che la media in epoca pre-VAR non aveva mai superato il 18% del totale. Polemiche sulla disparità di trattamento dei singoli casi, proteste, parole grosse, lamentele per un regolamento che fa solo confusione e un’interpretazione che è anche peggio. Oggi è sufficiente che il pallone sfiori la mano dell’attaccante per vanificare la sua azione da gol. E abbiamo visto diversi casi nelle ultime settimane: dal gol annullato a Simeone a quello cancellato a Veretout. Ma abbiamo visto anche mancati fischi clamorosi, come quello di Fabbri in Roma-Parma per il chiarissimo fallo di mano di Mancini. Questa la media rigori assegnati negli ultimi campionati di Serie A, con un netto incremento in questa stagione.

2010-11 109 rigori (2,87)
2011-12 135 rigori (3,55)
2012-13 132 rigori (3,47)
2013-14 128 rigori (3,37)
2014-15 118 rigori (3,11)
2015-16 121 rigori (3,18)
2016-17 137 rigori (3,61)
2017-18 126 rigori (3,32)
2018-19 122 rigori (3,21)
2019-20 157 rigori (4,90)

Andiamo a vedere anche la classifica dei rigori a favore e contro, pubblicata questa mattina da ‘La Gazzetta dello Sport’ nella sua edizione cartacea. Sono Lazio e Genoa le squadre che si sono viste fischiare più penalty a favore, 15 a testa. Secondo è il Lecce con 13. Salta subito all’occhio come due delle prime tre siano squadre coinvolte nella lotta per non retrocedere. Il Genoa è inoltre la squadra che ha sbagliato più rigori in questo campionato: 5. L’Udinese è ancora a secco dopo 32 giornate. Perfette dagli undici metri Juventus, Milan, Brescia e Napoli. Questa la classifica completa.

Rigori assegnati a favore (tra parentesi quelli sbagliati)

Lazio 15 (12)
Genoa 15 (10)
Lecce 13 (10)
Juventus 12 (12)
Sampdoria 10 (9)
Inter 10 (9)
Roma 9 (7)
Atalanta 9 (7)
Fiorentina 9 (8)
Torino 8 (7)
Milan 7 (7)
Spal 7 (5)
Verona 7 (6)
Cagliari 6 (4)
Bologna 6 (5)
Sassuolo 5 (4)
Parma 4 (2)
Brescia 3 (3)
Napoli 3 (3)
Udinese 0

Interessante da analizzare anche la classifica dei rigori assegnati a sfavore. E anche qui il Lecce, terzultimo, è sul podio. Sono ben 12 i penalty fischiati contro la squadra di Liverani, di cui 11 trasformati dagli avversari. Nonostante i 10 rigori assegnategli contro, il Parma è riuscito ad evitare che questi si trasformassero in gol in 4 occasioni, con Sepe a guidare questa particolare graduatoria. SPAL, Verona, Sampdoria e Atalanta sono le squadre che hanno sempre subìto gol nei sei rigori fronteggiati. Questa la classifica completa.

Rigori assegnati a sfavore (tra parentesi quelli sbagliati)

Lecce 12 (11)
Brescia 10 (9)
Parma 10 (6)
Juventus 10 (7)
Torino 9 (8)
Sassuolo 9 (8)
Fiorentina 9 (7)
Udinese 9 (7)
Roma 9 (8)
Genoa 8 (7)
Bologna 8 (6)
Cagliari 8 (7)
Milan 7 (4)
Spal 6 (6)
Verona 6 (6)
Sampdoria 6 (6)
Lazio 6 (4)
Atalanta 6 (6)
Napoli 5 (4)
Inter 4 (3)

Nelle scorse settimane avevamo anche analizzato i motivi di questo aumento di rigori. Ruolo fondamentale ha giocato la nuova regola, che (per fortuna) dovrebbe essere rivista e cambiata dall’IFAB a partire dalla prossima stagione. Sperando che non si torni a parlare ogni settimana di episodi dubbi.