Perché l’Inter è la scelta migliore per Tonali

Sandro Tonali è più che mai vicino ad indossare la maglia dell'Inter. E questa non poteva che essere la scelta migliore: ecco perché
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L’uomo più discusso. Berlusconi? Il premier Conte? La Regina Elisabetta? Zuckerberg? Ok, stiamo delirando. E’ Sandro Tonali. Già. Però stiamo parlando soltanto di calciomercato italiano. Gli orizzonti sono ristretti e, nei giorni in cui si parla della rivoluzione Juve e della sorprendente scelta Pirlo, il giocatore più nominato – per tanti motivi – diventa il giovanotto del Brescia che proprio a Pirlo in tanti hanno paragonato. No, su queste pagine non lo faremo. Non paragoneremo Tonali a Pirlo perché non ci interessa farlo e perché di Pirlo, Tonali, non ha proprio niente. “Di Pirlo ce n’è uno solo”, si è sentito dire spesso quasi come se fosse una frase fatta e scontata, ma di scontato c’è ben poco. Davvero, di Pirlo, ce n’è uno solo.

Ma chiudiamo questa parentesi. Tonali, ad oggi, è l’uomo più discusso del calciomercato italiano in quanto è uno dei prospetti più interessanti del nostro paese. Ha 20 anni, gioca stabilmente da titolare da qualche stagione ed ha appena terminato la sua prima in Serie A. Con il Brescia, con cui è retrocesso. Potrà rimanere alle Rondinelle? Impossibile. Cellino ha un’occasione d’oro da non farsi scappare, il calciatore non vorrà sicuramente rimanere in cadetteria viste le numerose (e luccicanti) sirene provenienti dalle big. L’Inter è in prima fila. E’ sempre stata la prima di tutte. Derby con il Milan? Si è detto. Inserimento della Juve? Anche questo si è detto. Ma la verità è, a conti fatti, che Tonali è più vicino che mai all’Inter. E questa è una buona notizia, per tutti. Per lui, per l’Inter stessa, per il calcio italiano.

Cerchiamo di spiegarlo adesso, senza voler passare per presuntuosi o ricercatori della verità assoluta. Ci sono diversi motivi per ritenere che la scelta migliore per lui, ad oggi, siano i nerazzurri. Ovviamente per tutto ciò che concerne la sua crescita fuori e dentro il campo, considerando ancora la giovanissima età e tutta la voglia di migliorarsi ancora.

  • CONTE

La prima ha un nome e un cognome: Antonio Conte. O sei con lui o sei senza di lui. O lo ami o lo odi. Ma se lo ami, sono scintille. Ok, non è ‘Stranamore’, ma rende l’idea. Nella crescita di un giovane calciatore, l’attuale tecnico nerazzurro ha un ruolo fondamentale. Che tu abbia 20 anni o 35, lui riesce a farti rendere al meglio delle tue possibilità e capacità. Al massimo. Chiedere a Candreva o Young. Ma, soprattutto, chiedere a Lukaku, Lautaro, Sensi, Barella, Bastoni, non proprio anzianotti di quartiere. Loro sono stati esaltati, in questa stagione, dal modo di fare del proprio allenatore. E non è detto che da altre parti, o sempre all’Inter con altro tecnico, avrebbero reso allo stesso modo. Almeno non tutti. Conte è colui che ti sprona, che ti chiede il massimo, che non è mai contento, che ti insegna un movimento o un esercizio fino a portarti allo sfinimento per la sua maniacale voglia di perfezione. Conte è colui che all’Inter, quest’anno, ha compiuto un miracolo, conducendo al secondo posto una compagine senza attaccanti di riserva e in generale con delle seconde linee non all’altezza dei titolari. Ma l’ha fatto, anche, proprio grazie alla crescita di quei “giovanotti”.

  • LA SOCIETA’

Secondo motivo: la società. Sembra avere le idee chiare, il club gestito da Steven Zhang, che con l’arrivo di Marotta ha anche immesso tanti cash sul mercato assicurandosi Eriksen a gennaio dopo i milioni estivi. Vuole ambire a traguardi sempre migliori e ne ha le potenzialità, oltre alle idee, per farlo. Quale migliore società, se non una in ascesa e con tanta voglia di fare, per un giovane predestinato con voglia di emergere ma senza la fretta di essere bruciato e ben protetto da un centrocampo già numericamente quasi completo?

  • LE RESPONSABILITA’

Già, questo è il terzo punto. Sandro Tonali, se dovesse passare all’Inter, non sarà per forza di cose il centrocampista su cui tutti punteranno con forza sin da subito, caricandolo di pressioni enormi su cui si rischia l’effetto boomerang. Dovrà essere gestito in maniera logica e graduale, all’interno di un meccanismo in cui già i vari Brozovic, Barella, Gagliardini, Valero, Sensi si muovono con efficacia. Sarebbe lo stesso se andasse al Milan o alla Juve? Pensate a un Tonali perno titolare del centrocampo rossonero, di questo centrocampo rossonero. Ai primi risultati negativi, ai primi mugugni, quali conseguenze? Sembra essere calciatore dalla personalità forte, il giovane del Brescia, ma ha pur sempre 20 anni. E alla Juve? Bell’intrigo. Se andasse alla Juve, a lui verrebbero affidate le chiavi di un centrocampo a cui al momento manca un play. Tante pressioni, tante responsabilità. In una stagione del genere, dopo una rivoluzione del genere e con un allenatore di cui ancora si sa poco o nulla anche del suo rapporto con i giovani.

Ecco, riallacciamo il discorso. Non siamo i ricercatori della verità assoluta, ma riteniamo queste delle ragioni valide per considerare il trasferimento all’Inter la sua soluzione migliore. E, lo ripetiamo: a noi non frega nulla, ma al calcio italiano sì. Altrimenti accontentiamoci dell’ennesimo Bernardeschi di turno e non lamentiamoci se la nostra Nazionale non è più quella di una volta…