Jurgen Klopp, dal trapianto di capelli al tradimento alla moglie. Il pianto con Kagawa e gli show in conferenza

Si rinnova il classico appuntamento con la nostra rubrica 'L'uomo del giorno'. Protagonista di oggi è Jurgen Klopp, allenatore tedesco del Liverpool

CalcioWeb

Da calciatore poca fortuna. Una carriera spesa nel Mainz, prima da attaccante, poi da difensore. Poi, nel 2001, l’avventura da allenatore, decisamente più proficua. Stiamo parlando di Jurgen Klopp. Ha guidato il Mainz dal 2001 al 2008 ottenendo la promozione in Bundesliga nel 2003/04 e la qualificazione in Europa League nel 2005/06. Dal 2008 al 2015 alla guida del Borussia Dortmund ha vinto due campionati tedeschi, una Coppa di Germania, tre Supercoppe di Germania. Con i gialloneri anche una finale di Champions League persa contro il Bayern Monaco. Nel 2015 passa al terzo club della sua carriera, il Liverpool.

Per tre anni, dal 2005 al 2008, ha rivestito il ruolo di commentatore televisivo per la rete ZDF in qualità di esperto per le gare della Nazionale tedesca. Ha lavorato anche per Rtl Television insieme al noto volto della televisione tedesca Günther Jauch. Jurgen Klopp è un cristiano protestante che pratica quotidianamente la preghiera. Ha due figli dal primo matrimonio e una seconda moglie: Ulla Sandrock, autrice di libri per bambini e assistente sociale. I due si conobbero all’Oktoberfest, la famosa festa della birra. Lì, la futura signora Klopp faceva la barista. Il tecnico tedesco è un romantico. Sono almeno due le occasioni in cui si è lasciato andare alle lacrime: la prima quando lasciò il Mainz dopo 18 anni, durante la festa di addio. La seconda quando Shinji Kagawa lasciò Dortmund per lo United: “We cried for 20 minutes when he left”. I due piansero insieme.

Klopp ha un cane di razza mista di nome Emma che gli fu donato dal Direttore Generale del Borussia Dortmund nel 2010. Nel 2016 ha scritto un libro dal titolo ‘Jürgen Klopp: i miei sette anni in giallonero’ dove illustra in 194 pagine la sua esperienza di sette anni, dal 2008 al 2015, alla guida del Borussia Dortmund. Nel 2012 Jürgen Klopp si è sottoposto ad un trapianto di capelli in una clinica privata. Quando era allenatore del Mainz portò la squadra in ritiro su un lago svedese, senza elettricità e senza cibo, a causa delle brutte prestazioni che la squadra tedesca avuto nell’ultimo periodo.

Appassionato anche di musica, in particolare rock e metal. Qualche anno fa, al concerto di Jamie Webster, dalla porta del locale del Michigan dove si esibiva il cantante, è spuntato proprio Jurgen Klopp, tra l’incredulità della gente. Curiosi aneddoti sul suo arrivo al Borussia: “C’erano sorprendentemente molte squadre che volevano offrirmi un contratto in quel momento, ma non ho parlato con nessuno perché avevo scelto di rimanere al Mainz se arrivava la promozione. L’ultima giornata non siamo stati promossi ma la domenica sera c’è stata comunque una grande festa, una festa di addio diciamo. Quindi eravamo tutti molto allegri. La mattina dopo ho guardato il mio telefono e mi avevano chiamato 15, 20 club diversi. Ma non ero in grado di pensarci in quel momento. La mia squadra del cuore è sempre stata il Borussia Dortmund, per lo stadio, la sua tradizione, ma non sapevo nemmeno se fossero interessati. Ho visto il loro nome nella lista delle chiamate e hanno fatto un’offerta, abbiamo parlato. Un’offerta divertente, volevano pagarmi meno di quanto mi dava il Mainz in seconda divisione. Ovviamente hanno pensato ‘è un manager della seconda divisione, facciamo un’offerta più piccola’. Gli ho spiegato che non era una questione di soldi, che sarei andato comunque, ma ho detto che guadagnavo di più a Mainz. Non ci credevano e gli ho fatto vedere il contratto. Alla fine ho firmato con un’offerta leggermente migliorata”.

Sempre ai tempi del Borussia Dortmund venne fuori una storia relativa al suo addio al club. Si parlò di un presunto tradimento di Klopp alla moglie con la compagna di un suo calciatore. Tutto inventato disse il tedesco: “So che gira voce che io abbia deciso di lasciare il Dortmund perché mia moglie ha scoperto che vado a letto con la compagna di un calciatore. Ovviamente sono idiozie. Si dice anche che Ulla mi abbia cacciato di casa: avrebbe 1000 motivi per farlo, ma le corna non sono fra questi”.

Quando giocò a Napoli contro il Borussia Dortmund si verificò un curioso episodio: “Ricordo la partita, la vidi col custode dello stadio nella ripresa, spero sia ancora qui. Lui non parlava inglese o tedesco, io non parlavo italiano ma fu un’esperienza interessante. Mi portò due giornate di squalifica, ma molto è cambiato da allora, mi è servita da lezione, finì in tribuna e non fu una buona idea perché i tifosi del Napoli non mi dicevano di certo belle cose e finì col custode”.

Altre curiosità legate a Klopp. Prima della finale di Champions del 2018, contro il Real Madrid, provò ad allentare la tensione prima della sfida di Kiev indossando le mutande del rivale Cristiano Ronaldo: “Ha preparato l’incontro con la camicia infilata nei boxer di CR7. L’intero spogliatoio è finito sul pavimento ridendo a crepapelle”, raccontò Wijnaldum.

Le conferenze di Klopp sono degli show. Una volta scoppiò a ridere. Si girò verso Sascha Fligge (il capo della comunicazione del Dortmund) e indicò un giornalista che si era presentato alla conferenza indossando una cravatta. “Non so se hai una domanda per me – gli disse Klopp – ma io ne ho una per te: perché ti metti le cravatte se non sai nemmeno farti il nodo?“. Un’altra volta interruppe drasticamente la conferenza stampa senza finire nemmeno la frase che aveva cominciato. Si alzò e se ne andò: un giornalista gli chiese cosa stesse succedendo e Klopp, con le mani sullo stomaco, rispose: Devo andare in bagno, sarà una cosa lunga. Non mi aspettate, puzzerò tantissimo”. Un’altra volta ancora venne a sapere che un giornalista della ‘Bild’ si era appena sposato e invece di congratularsi con lui diede libero sfogo alla sua curiosità, chiedendo al cronista perché le foto del matrimonio non fossero state pubblicate sul giornale. “Perché del mio matrimonio non interessa niente a nessuno”, rispose il giornalista, servendo a Klopp una battuta facile, facile: “Perché quello che scrivete interessa a qualcuno?”. Un personaggio unico.

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