“E’ una missione suicida, questo sarà il mio ultimo video”: portiere italiano in guerra, è nato in Russia ma è al fianco dell’Ucraina

Il portiere italiano Ivan Luca Vavassori ha lasciato il mondo del calcio per andare in guerra al fianco dell'Ucraina. E' nato in Russia

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Il portiere italiano Vavassori in guerra al fianco dell'Ucraina
CalcioWeb

La guerra tra Ucraina e Russia continua a condizione inevitabilmente anche il mondo dello sport. L’ultima storia di brividi riguarda Ivan Luca Vavassori, portiere protagonista soprattutto nel calcio italiano. E’ nato a Elektrostal, in Russia ma all’età di 5 anni è stato adottato da una famiglia piemontese. Già dai primi anni ha manifestato la passione per il calcio, la sua carriera è iniziata nel 2003 dalle Giovanili dell’Alcione. Poi un’esperienza in Svizzera, nelle giovanili del Lugano. Torna in Italia, alla Pro Patria ed entra a far parte della prima squadra. Nel 2013 viene acquistato dal Bra, poi passa al Legnano. L’ultima esperienza è stata con il Vittuone, poi si è svincolato. Non è riuscito a trovare un progetto convincente, fino alla decisione di lasciare definitivamente il calcio per partire in guerra.Ivan Luca Vavassori

Vavassori è nato in Russia ma è stato adottato a cinque anni da una famiglia piemontese. Adesso è pronto ad andare in guerra per una missione considerata “suicida” dallo stesso portiere, al fianco degli ucraini. L’annuncio è arrivato attraverso un video pubblicato su Tik Tok. “Questo sarà il mio ultimo video non so per quanto tempo. Se riuscirò farò avere mie notizie il prima possibile. Sperando che tutto vada bene. Il Sud è il 90% già conquistato, mentre il Nord è ancora sotto i bombardamenti delle truppe russe. Siamo riusciti a rubare dei blindati russi, dei bazooka e altre armi. Dopo ci siamo fermati, non sappiamo che cosa è successo. È venuto un maggiore a parlarci e ha detto che vuole le truppe in difensiva. Io e i miei uomini abbiamo detto che non vogliamo essere bombardati”. L’italiano dice di far parte della fanteria e di essere, un “assaltatore”. “Con il maggiore abbiamo deciso che attaccheremo in solitaria, senza che nessuno sappia niente. La nostra sarà una missione suicida perché abbiamo pochissime unità contro un intero esercito. Sarà un suicidio totale, ma preferiamo provare”, conclude mentre sulle immagini passa la scritta “morire vent’anni prima o vent’anni dopo poco importa. Quel che importa è morire bene. Soltanto allora inizia la vita”.

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