Quest’oggi il mondo del calcio italiano ha perso uno dei suoi protagonisti più amati, Carlo Mazzone, simbolo di un calcio verace e passionale, in cui il talento e il cuore avevano la meglio anche sui soldi. Era un calcio che si giocava nelle grandi piazze di sempre, ma che in provincia trovava spesso gemme nascoste, realtà sorprendenti e favole passate alla storia.
E a proposito di episodi passati alla storia, ricordando ‘Carletto’ Mazzone, è impossibile non citare la folle corsa sotto la curva dell’Atalanta in un sentito derby contro il suo Brescia nel 2001. Punzecchiato dai tifosi ospiti per l’intero arco della partita, con l’Atalanta avanti 1-3, Mazzone era fumante di rabbia. Il 2-3 segnato da Baggio riaprì i conti a pochi minuti dalla fine. A quel punto la promessa: “se pareggiamo vado sotto la curva“.
Questa la versione ‘light’, l’intento era di andare faccia a faccia contro i tifosi atalantini e rispondere a tutti gli sfottò subiti per quasi 90′ minuti di partita. Il resto, come detto è storia. Baggio disegna una traiettoria velenosa su calcio di punizione, la palla, sfiorata da Rinaldi, entra in rete: è 3-3. Mazzone esce dai blocchi come un centometrista, scatta verso la Curva dell’Atalanta, il telecronista commenta con un iconico “non lo prendono più“. E non l’hanno preso. Sotto la curva dell’Atalanta a prendersi più insulti di prima, ma a testa alta e con il sorriso beffardo di chi ha pareggiato, ma sa di aver vinto la sua battaglia personale.
Il retroscena sull’arbitro Collina
Di ritorno in panchina, Mazzone venne espulso dall’arbitro Pierluigi Collina al quale disse “me lo merito“. In pochi sanno però quanto accadde privatamente. A ricordare l’aneddoto è stato Lillo Foti, ex patron della Reggina, intervistato ai microfoni di StrettoWeb, sito nel quale è possibile leggere l’intervista completa.
“Tutti conoscono l’immagine di quella corsa sotto la curva del Brescia dopo il pareggio di Roby Baggio che siglò il 3-3 in rimonta contro l’Atalanta. – racconta Foti – Quella è davvero l’immagine più bella ed emblematica che racconta il personaggio, la sua grande personalità, la sua grinta, il suo amore, la sua passione. Pensate a quanto è bestiale: aveva già 65 anni e quello non era un derby qualunque, non era una partita qualunque e quella dell’Atalanta non è una curva qualunque.
Eppure lui fece quello scatto, straordinario, simpatico, emblema di un calcio vero e di determinati personaggi con un carisma eccezionale. Quel gesto è roba da film che consente meglio di ogni altra parola di raffigurare il personaggio. Dopo quella corsa persino Collina – riservatamente – si complimentò con Mazzone“.
Anche un grande professionista come Pierluigi Collina, arbitro di polso e inflessibile, ma spesso dimostratosi molto ‘umano’ e soprattutto ‘moderno’ nell’interpretazione del suo ruolo, volle complimentarsi con Mazzone riconoscendo la spontaneità e la passione dietro il gesto.