Superlega, Ceferin come Kim. E la signora: “grazie per aver fermato quei bastar**”

Aleksandr Ceferin torna a parlare della Superlega: il presidente UEFA non risparmia stoccate velenose agli ideatori del torneo

CalcioWeb

Quando Aleksandr Ceferin parla, in particolar modo dell’argomento Superlega, rilascia sempre dichiarazioni velenose e taglienti. E l’intervista al “Guardian” non è stata di certo più morbida nei toni e nelle sferzanti dichiarazioni espresse. La posizione del numero 1 della UEFA è ben chiara da tempo e, soprattutto, sembra immutabile.

Ceferin, la Superlega e il commento della signora

La sentenza della Corte di giustizia europea? La cosa principale che mi ha sorpreso e deluso è stato il comunicato stampa, che era completamente diverso dalla decisione. Abbiamo presentato reclamo alla corte senza molto successo. Tutto quello che fa A22 è andare in giro, filmarsi, provare a rilasciare interviste. Nel frattempo noi governiamo il calcio. Stiamo costruendo proposte, affrontiamo molti problemi. Il lobbying è probabilmente il loro lavoro principale, ma non è il nostro“, ha dichiarato Ceferin.

Il presidente UEFA ha poi raccontato un episodio accaduto in Slovenia: “questo è un non-progetto, una cosa che non accadrà mai, perché nessuno lo vuole. Nessun tribunale, nessuna polizia e nessun esercito possono costringere le persone ad accettare una cosa così insensata. La storia di questa cosiddetta Superlega è la storia della nostra società: la questione se i soldi possano comprare tutto. Ho conosciuto per strada un’anziana signora, nel mio paese, la Slovenia, dopo il primo tentativo nel 2021. Aveva 80 o 90 anni, non seguiva il calcio da tempo. Mi ha fermato e ha detto: “Grazie per aver fermato questi bastar**”.

Dicono di avere 20 club pronti a partire? Non ne hanno nessuno. Ne avevano 50, 20, 200. Sono battute che non ci interessano. Ma insisto: non abbiamo mai detto che non possano giocare una loro competizione. Lasciamoli giocare, ma loro non vogliono. Parlano di creare qualcosa e poi sono i primi a candidarsi per giocare nella nostra competizione. Chiederei loro di non giocare nella nostra competizione e di iniziare a lavorare sulla loro, insieme a qualunque club ci sia dentro. Non capisco cosa li trattenga“, conclude Ceferin.

Ceferin come Kim Jong-Un

In merito alla possibilità di ricandidarsi come presidente UEFA, Ceferin regala un paragone davvero particolare: “viviamo in un mondo in cui i leader tentano sempre più di aggrapparsi al potere e di sovvertire la democrazia. Molte persone lo percepiscono. Ad essere onesti, alla gente non interessa molto questa questione. Ho sentito per caso uno dei tuoi colleghi inglesi dire: “Lo pubblichiamo, ma ai nostri lettori non interessa”. È una cosa importante per i media e per alcune persone che pensano di essere autorità morali finché ciò non va d’accordo con il loro interesse personale. Questo cambiamento non significa nulla. Ma è stato presentato come “wow”, e sono diventato Kim Jong-un dalla Corea del Nord. Non è così: la decisione di candidarmi o meno spetta esclusivamente a me“.

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