Roma-Juventus è il big match della 36ª Giornata di Serie A, una grande classica del calcio italiano, spesso posta in secondo piano rispetto alle sfide con le big del Nord, ma che è stato giocata 201 volte nella storia, 179 delle quali in Serie A (solo Juventus-Inter è stata giocata di più). Sono 95 le vittorie dei bianconeri, 49 quelle dei giallorossi, 57 i pareggi.
Una sfida che ha regalato grandi emozioni, gesti iconici (“Zitto, 4 e a casa” di Totti a Lippi nel 2004), gol e soprattutto… polemiche. La più famosa? Il gol di Turone: la rete (mai segnata) più celebre del calcio italiano.
Juventus-Roma 1981: Turone e la polemica passata alla storia
Era il 10 maggio 1981, Juventus e Roma si affrontavano alla terzultima di campionato (28ª Giornata) con importanti punti Scudetto in palio: bianconeri primi a 39, giallorossi secondi a 38. Così pochi? Sì, la Serie A era a 16 squadre e i punti per vittoria erano solo 2.
Il calcio italiano si era appena lasciato alle spalle lo scandalo del “Totonero”, erano state riaperte le frontiere e in Italia erano arrivati i big stranieri come Falcao che fa sognare proprio la Roma in coppia con Pruzzo. La Juventus di Trapattoni era ricca di campioni italiani come Zoff, Causio, Tardelli, Scirea e aveva il fattore campo a favore.
Partita brutta, da 0-0, la classica che o si sblocca con un episodio o termina a reti bianche. Nel finale di gara, incredibile a dirsi, sono successe entrambe le cose. La Roma, con l’uomo in più per l’espulsione di Furino, prova il forcing finale: Conti trova Pruzzo in anticipo su Tardelli, palla che viene prolungata per la testa di Turone che incorna perfettamente per l’1-0.
L’arbitro Bergamo convalida, il guardalinee Sancini alza la bandierina: è fuorigioco! La partita termina 0-0, la Juventus ottiene un pareggio d’oro che, a fine anno, le garantirà lo Scudetto. L’annullamento del gol di Turone porta con sè una lunga coda di polemiche. Nel mirino dei giallorossi i “poteri forti” al servizio della Juventus.
A fine partita, Dino Viola, presidente della Roma, commenta l’accaduto: “una questione di centimetri“. Il giorno seguente, Gianpiero Boniperti, presidente della Juventus, gli invia un righello in regalo, con un biglietto che recita: “Caro Dino, le invio lo strumento con il quale può verificare ciò che è accaduto in campo“. Viola ringrazia e risponde: “un righello è per geometri, io sono ingegnere. Serve più a me che a lei“. Altri tempi, altro stile, anche nel fare polemiche.
All’epoca non esisteva il Var e si aspettava la moviola tv. A “La Domenica Sportiva”, Carlo Sassi, disse che il gol era irregolare secondo le rilevazzioni del “Telebim”, strumento tecnologico dell’epoca. Lo stesso Sassi, 20 anni dopo, ammise che il “Telebim” aveva dei margini di errore e che probabilmente la rilevazione fatta era sbagliata.
La versione di Turone
Ad alimentare le polemiche, anni dopo, ci fu la dichiarazione dello stesso Turone che, senza mezzi termini parlò di chiaro errore arbitrale: “sono un po’ stanco di parlare di quel gol, la gente me lo chiede continuamente, è diventata quasi un’ossessione. Ci fu un abbaglio clamoroso, la dinamica dell’azione era infatti semplice e sul fatto che io arrivassi da dietro non potevano esserci dubbi. Dirò di più: Bergamo era in una posizione ottimale per decidere da solo. Però non se la sentì di prendersi la responsabilità di sconfessare il suo collaboratore“.
Errori, centimetri, righelli e polemiche. Da quel giorno il gol di Turone è passato alla storia, almeno a Roma, ogni ‘torto arbitrale’ sarà sempre al secondo posto: “il gol di Turone era bono“.