Figc, la giornata dei lunghi coltelli. Ultimatum delle big di A e ipotesi scissione: cosa sta per succedere

Le big di Serie A danno un ultimatum alla FIGC sul 'peso' elettorale: in caso di mancato accordo, possibile la scissione

CalcioWeb

Tra le pieghe della calura estiva, col favore della pigrizia preagostana e delle distrazioni olimpiche e di mercato, in FIGC sanno bene che la giornata di oggi se non è da lunghi coltelli poco ci manca.

Riepiloghiamo: l’emendamento Mulè – nella migliore tradizione cerchiobottista italiana – ha dato indicazioni precise rispetto al fatto che la Federazione debba rideterminare il peso specifico dei vari club all’interno della stanza dei bottoni federali, ovviamente con chiaro riferimento alla Lega di serie A che intende contare se non in maniera direttamente proporzionale ai soldi che mette e porta nel sistema, almeno di più di ora. Molto di più.

Per prima cosa il buon Gravina – che è uno a cui il cervello va a mille – ha colto la palla al balzo e si è garantito la poltrona fino a inizio 2025.

Si, perché l’assemblea relativa alle elezioni dei nuovi vertici FIGC, in origine prevista per il 4 novembre, slitterà necessariamente dal momento che in quella data si svolgerà l’assemblea statutaria relative alle modifiche richieste dall’emendamento Mulè.

Lo statuto prevede che, in caso di modifiche statutarie, l’assemblea elettiva non possa svolgersi prima di 60 giorni da queste e quindi, evidentemente, siamo già al 2025, ammesso che realmente al 4 novembre si giunga con la soluzione in tasca.

Oggi, dicevamo, le parti a via Allegri inizieranno a cercare una quadra difficile ma che va necessariamente trovata entro la data sopra detta.

Il Ministro Abodi (da tempo ormai in rotta di collisione con Gravina) invita alla calma, alla prudenza, richiama tutti al buon senso, allo smorzamento dei toni e anche a prevedere più incontri per trovare gli equilibri.

Tutto ciò Abodi non lo fa a caso, alle sue orecchie giungono regolarmente i suoni di guerra dagli uomini e dai club forti e potenti del calcio italiano.

Lotito, Galliani, Marotta, ma anche la Juventus, il Milan, la Roma, il Napoli e con loro l’intera Lega A sono irremovibili: senza che il motore (economico e di immagine) del football italiano possa veramente contare la macchina si ferma e il sottotesto non scritto è “occhio, chè se si ferma, poi per la scissione è un attimo…“.

La partita non è semplice perché le big del calcio tricolore intendono passare da una quota rappresentativa al momento inferiore al 20% ad una prossima in cui vogliono contare per il 50%.

Va da se che in tale ipotesi il Gravina della situazione avrebbe finito di gestire la Federazione come fosse l’orto di casa sua e quindi sul tema ci sarà battaglia, forse guerra.

Abodi questo lo sa bene e manda segnali alle diplomazie delle due parti. Basterà? Lo vedremo a partire da oggi, sarà una lunga estate e un caldo, caldissimo autunno.

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