Milan e Juve comprano stranieri, i giovani vanno all’estero: il calciomercato riflette le difficoltà della Nazionale

Il calciomercato in Serie A riflette le difficoltà della Nazionale: le big puntano sugli stranieri, i giovani italiani vanno all'estero
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Il lunedì è sempre il giorno delle polemiche legate al mondo del pallone e non può non esserlo dopo l’eliminazione dell’Italia da Euro 2024. Tante le critiche rivolte alla Nazionale, molte delle quali relative al talento dei calciatori presenti in rosa. Noi la nostra posizione l’abbiamo già presa, ma c’è un aspetto interessante legato al calciomercato della Serie A che riflette la pochezza di scelte a disposizione di Spalletti.

Parliamo di scelte di livello, calciatori che dovrebbero fare i titolari nelle big del nostro campionato. Ma, a parte l’Inter che si conferma la squadra più ‘italiana’ per numero di calciatori in Nazionale e livello medio, la realtà di Milan e Juventus apre scenari preoccupanti.

Milan straniero: 0 calciatori in Nazionale

Le squadre italiane sono particolarmente attratte dal profilo straniero: il bomber da pescare in Sud America, il centrocampista africano, il difensore da Centro o Est Europa. Un trend che si riflette, come abbiamo già raccontato in passato, in un Milan diventato ormai totalmente internazionale. I rossoneri cercano anche il sostituto di Calabria, unico italiano dell’11 titolare, con Emerson Royal (in pole).

Per il resto, i vari Sportiello, Florenzi, Gabbia, Terracciano, Pobega sono giocatori di secondo piano in una squadra che, sostituito anche Pioli con Fonseca, di italiano ha solo la storia. Non è un caso se il Milan quest’anno abbia messo a disposizione di Spalletti ben 0 calciatori riempiendo invece le liste delle altre big. Milan che, per fare un nome, preferì Ballo-Tourè a Calafiori la passata stagione. L’algoritmo andrebbe settato sulla lingua italiana…

Gli italiani della Juventus rimpiazzati dagli stranieri più forti

Nella Juventus gli italiani ci sono e giocano anche titolari. O almeno, hanno giocato fin qui. Per il futuro è prevista qualche panchina in più. Fagioli è in rampa di lancio, appena rientrato dalla squalifica. Locatelli ha tenuto le redini del centrocampo bianconero nelle ultime stagioni.

Due pedine fondamentali per il futuro dell’Italia che avranno al concorrenza di Douglas Luiz, brasiliano pagato a peso d’oro dall’Aston Villa; Kephren Thuram, centrocampista francese dal grande fisico fratello e figlio d’arte; e la Juventus studia le possibilità di arrivare anche all’olandese Teun Koopmeiners. Tre acquisti di primo piano che rischiano di togliere minutaggio agli azzurri.

Gatti e Cambiaso sono due buono giocatori, giovani (non giovanissimi) e con margine, ma che non hanno prospettive da far stropicciare gli occhi. Chiesa? Lui sì, di talento ne ha parecchio, ma le difficoltà sul rinnovo potrebbero portarlo addirittura fuori dall’Italia.

Tanti giovani all’estero

Da una parte le squadre italiane che si riempiono di stranieri, più pronti e magari anche meno costosi (non sempre, almeno non per le big). Dall’altra i giovani italiani che cercano fortuna all’estero con risultati altalenanti. Per un Udogie che fa bene al Tottenham c’è un Casadei che è costretto a farsi le ossa fra la squadra B del Chelsea e la Championship con il Leicester.

Cher Ndour, talento che il PSG si tiene ben stretto, ha giocato appena 399 minuti in stagione, distribuiti su 15 presenze (26 minuti di media) fra Braga e Ligue 1. Simone Pafundi, wonderkid che non ha trovato spazio nella derelitta Udinese di quest’anno (per ragioni caratteriali, si dice) ha giocato 17 partite, 56 minuti di impiego in media, con il Losanna.

Tre esempi (ma ce ne sarebbero tanti altri come Lucca che ha perso un anno all’Ajax in Olanda prima di tornare in Italia e far bene proprio nell’Udinese) per sottolineare come le big estere individuino i talenti italiani e li mettano sotto contratto, salvo poi, magari, non svilupparli a dovere. Perchè questi stessi talenti non possono far parte della rosa del Milan o della Juventus, ma anche della Roma, del Napoli, della Lazio?

Il risultato è avere poi dei ‘giovani’ 24enni, con una stagione da professionisti completa, scarsa esperienza europea e poca abitudine ai grandi palcoscenici.