Dal 1964 al 2024, 60 anni dopo il Bologna torna in Champions League e fa pure una bella figura. Tanta emozione al Dall’Ara, nonostante la pioggia che copre anche qualche lacrima versata per Totò Schillaci, maestro del gol italiano. A proposito di gol e di Italiano, al Bologna manca solo il guizzo per sbloccare il risultato contro lo Shakthar.
Pronti via Posche rischia di rovinare tutto poco dopo il fischio di inizio gara: maldestro intervento in area e calcio di rigore sul quale Skorupski neutralizza il talento Sudakov, già attenzionato da Juventus e Napoli in passato. Passata la paura il Bologna prende campo e coraggio. La partita è divertente, occasioni da ambo le parti con un buon piglio degli emiliani che con Ndoye e Orsolini provano a far male sulle corsie esterne ma non trovano la via del gol.
Santiago Castro fa vedere qualche bel guizzo ma la sua voglia di aprire le marcature e timbrare, per la prima volta, il cartellino in Champions League, si scontra con l’obbligo di centrare la parte interna ai tre legni e non quella esterna. Riznyk fa il fenomeno su Fabbian da pochi metri nell’occasione più ghiotta del secondo tempo. Al triplice fischio è 0-0: qualche rimpianto, ma è un punto storico per il Bologna.