Delle volte serve coraggio. Per affrontare fasi delicate, periodi difficili, sfide titaniche serve coraggio. E il coraggio non necessariamente appartiene solo a chi deve inventarsi qualcosa perché le risorse sono quelle che sono. Delle volte il coraggio appartiene anche a chi problemi di denari non ne ha, ma le scelte, anche le più costose, richiedono nervi saldi, lungimiranza, visione.
Il calcio italiano e principalmente la Serie C hanno necessità assoluta di perseguire un progetto, un’idea e in tal senso la Lega guidata da Matteo Marani un solco lo ha tracciato e anche profondo. Poi sta ai clubs declinare le proprie scelte all’interno di tale solco a seconda dei loro target, delle loro esigenze, ambizioni, risorse. E gli esempi positivi di realtà virtuose con pochissime risorse non mancano.
Ma, in particolare, alcune scelte saltano agli occhi e sono le scelte del club di gran lunga più ricco della terza serie: il Catania. Pur senza badare a spese la società etnea ha “battezzato” un percorso e lo ha posto in essere affidandosi semplicemente al maestro di questo genere di viatici: Mimmo Toscano.
E, si badi bene, non si parla solo di tornei vinti (anche se cinque sono davvero un’enormità) ma di metodo, di sistema, che poi garantisce i risultati e, soprattutto, lascia qualcosa. Risultati che sono la diretta conseguenza ma, appunto, conseguenza di un metodo che, si badi bene, è applicabile sia ai clubs ricchi che a quelli con meno risorse, al netto, ovviamente, della diversità di obiettivi da raggiungere.
Ma il metodo rimane, il sistema irrobustisce, rende solida, granitica una società e Toscano, forte anche del suo bagaglio di serietà, rigore professionale e morale, ha sempre lasciato dietro di se, oltre ai successi, una strutturazione inossidabile, importante. Si può dire che Toscano propone anche un bel calcio, mantiene le proprie idee sempre nel rispetto delle esigenze del club, certo.
Poi? Cos’altro? Aziendalista? Certo, perché no? E perché non dovrebbe essere un valore?
Certo, a Catania il club ha messo in piedi un’abbinata assai interessante e l’asse Faggiano-Toscano è quanto di meglio il binomio direttore sportivo-allenatore possa proporre, ma anche la disponibilità di Faggiano a calarsi nell’idea di Toscano, a farla propria e modellarla secondo la propria visione dirigenziale è un valore, un modello.
Eppure non basta ancora tutto questo, non si vincono 5 campionati, non si fanno 96 punti solo con questo (che pure è tanto).
Il modello che propone Toscano (dunque oggi il Catania ma che andrebbe esportato in tutta la C) si coniuga anche con una straordinaria capacità motivazionale, di far gruppo, di essere in qualche modo visionario e di trasmettere questa visionarietà, quella necessaria per costruire dalle macerie, per vedere un grande futuro dove altri individuano solo rovine e di essere pronto ogni giorno a sudare in prima persona per chiedere altrettanto agli altri, mentre il miraggio giorno dopo giorno mostra contorni sempre più definiti, reali, raggiungibili.
E questo non si fa solo chiedendo il top del top alla lista della spesa (leggi calciomercato). No, il futuro si crea coniugando l’immediato e il futuro, il contingente e la prospettiva; non servono normative che impongano l’utilizzo dei calciatori delle tue giovanili se il tecnico e il club hanno questa sensibilità.
La passata stagione del trionfo del Cesena ha visto la squadra di Toscano tritare record utilizzando in questa cavalcata ben 5 calciatori provenienti dalle giovanili e questo è un plus al grande valore che è la promozione in serie B, con annessa valorizzazione del brand e del parco calciatori.
Aprire le porte ai ragazzi del vivaio e avere la capacità di farlo senza snaturare la squadra e, al tempo stesso, proteggendo i ragazzi stessi crea valore sotto diversi profili, da quello tecnico a quello economico a quello (probabilmente più importante) del legame col territorio perché si tratta di ragazzi che spessissimo frequentano le scuole della città, vivono le piazze, le strade della città con i loro coetanei e instillano il “germe” della passione in una fascia di età che il calcio rischia seriamente di perdere.
Certo, come dicevamo all’inizio, ci vuole coraggio, tanto coraggio e se Toscano ne ha, i clubs devono dimostrare di averne altrettanto. Vincere è difficile e in qualche misura complicato, non vincere ma lasciare un segno, indicare una via, costruire è una gemma preziosa, ma riuscire a portare a casa entrambi i risultati assieme è merce rarissima, è, davvero, segnare un solco eterno e da individuare come esempio per tutti.
Mimmo Toscano è là per spiegarla e, credeteci, i risultati del campo, quelli visibili da tutti subito, contano, sì, ma fino a un certo punto.