Monza, Izzo assolto dall’accusa di associazione mafiosa e frode sportiva

I fatti contestati risalivano al 2014 quando Izzo, in B con l'Avellino, fu accusato d'aver concorso ad alterare il match col Modena
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La Corte d’Appello di Napoli ha emesso una sentenza che segna la fine di un lungo e travagliato capitolo nella vita di Armando Izzo, difensore del Monza. Dopo anni di battaglie legali, il calciatore è stato assolto con formula piena dalle accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e frode sportiva aggravata dal metodo mafioso.

Le accuse a carico di Izzo risalivano alla partita di Serie B Modena-Avellino del 17 maggio 2014, quando il giocatore militava nella squadra irpina. Secondo l’accusa, Izzo avrebbe concorso ad alterare il risultato della gara, con l’aggravante del metodo mafioso.

La Corte d’Appello di Napoli, presieduta dal giudice Giovanni Carbone, ha ribaltato la sentenza di primo grado, assolvendo Izzo con la formula “il fatto non sussiste” per l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e “per non aver commesso il fatto” per la frode sportiva.