Dopo mesi di lotte giudiziarie arriva un’altra vittoria per Alex Del Piero, l’ennesima della sua carriera. L’IME, l’Istituto multidisciplinare europeo, infatti, dovrà sborsare 258 mila euro di risarcimento per pubblicità ingannevole. Lo ha stabilito la Terza sezione civile della Corte di Cassazione, in merito al ricorso presentato dal centro di studi privato contro quanto stabilito dalla Corte di Appello di Ancona nel 2011, conforme a sua volta alla sentenza del 2005 del Tribunale del capoluogo marchigiano.
Queste ultime accoglievano l’istanza risarcitoria presentata dal numero 10 della Juventus, in merito a una campagna pubblicitaria apparsa sui quotidiani nel 2000. “La pubblicità in questione – ricorda la Suprema Corte – raffigurava due personaggi su un campo di calcio, di cui uno identificabile in Del Piero: il testo di apertura del messaggio pubblicitario recitava ‘Alex 0, Luigi 8, Luigi è iscritto allo stesso anno di Alex e nella stessa facoltà. Alex non ha dato nessun esame, Luigi nello stesso anno ne ha superati otto. Luigi è uno studente Ime, Alex no'”.
Del Piero si era rivolto alla magistratura per essere stato utilizzato di fatto come testimonial della pubblicità in questione, senza aver dato il suo consenso. Da parte sua l’Ime si difese sostenendo “la non indispensabilità del consenso trattandosi di pubblicità comparativa”, e a sua volta andò al contrattacco chiedendo che fosse Del Piero a risarcirgli i danni dal momento che “nella sua qualità di testimonial CEPU aveva fatto credere di essere iscritto all’Università, ingenerando confusione tra i consumatori e sottraendo fette di mercato all’Istituto multidisciplinare europeo”.
Ma la tesi della difesa non ha convinto i magistrati marchigiani, che hanno dato ragione in primo e secondo grado al campione bianconero. Da cui la decisione dell’IME di ricorrere in Cassazione, precisando che la sua pubblicità “era di tipo comparativo e quindi l’utilizzo dell’immagine di Del Piero sarebbe avvenuta in un contesto lecito e non ha prodotto alcun danno, nè patrimoniale nè non patrimoniale”.
Così la Suprema Corte ha stabilito che l’IME risarcisca profutamente l’ex numero 10 della Juventus, e paghi anche le spese processuali, ammontanti a 10.500 euro.
