Importante carriera da calciatore e successivamente dirigente per diverse squadre di Serie, tra cui Lazio, Napoli e Bologna, oltre che opinionista Rai per le partite della Nazionale. Interessante intervista di ‘zerocinquantuno.it’ a Salvatore Bagni, che ha svelato alcuni aneddoti di mercato del passato.
“Posso raccontarti dei giocatori che avrei potuto portare a Bologna negli anni di Guaraldi. Sono stato molto vicino a Bradley e soprattutto a Cuadrado, che sarebbe venuto in prestito: non aveva le caratteristiche adatte per il gioco dell’Udinese e infatti è poi passato al Lecce. Quando poi il presidente mi richiamò, chiedendomi di muovermi per un centrocampista che non conoscesse nessuno, io gli parlai di Nabi Keita. Ai tempi giocava nell’Istres, squadra francese di seconda divisione, e io mi feci 1.700 chilometri in macchina per andargli a parlare di persona e convincerlo a firmare per noi. Lui sarebbe venuto, ma Guaraldi rifiutò quando gli dissi che il costo del cartellino era di circa 2 milioni di euro. Sai poi il Salisburgo per quanto lo ha comprato? 1,8 milioni, rivendendolo a 15 al Lipsia, che a sua volta l’ha ceduto al Liverpool per 65. Sarebbe stata una grandissima plusvalenza per un ragazzo su cui davvero non si era ancora mosso nessuno, forse lo Strasburgo era andato a visionarlo ma senza attivarsi concretamente. Di aneddoti così ne avrei un centinaio, pensa solo a Kessie…nel periodo di Corvino, il prezzo del suo cartellino si aggirava sui 350 mila euro. Lo proposi a ben 14 club, ne parlai anche con Bigon e Sabatini quando lavoravano per Napoli e Roma, ma rifiutarono tutti. All’epoca Franck aveva 18 anni, giocava ancora come difensore centrale nella Stella Adjamé, club della Costa D’Avorio: non lo conoscevano e non si sono fidati. Io comprendo che non si possano conoscere tutti i calciatori di questo mondo, ma ho un principio: se mi parli benissimo di uno stopper di 18 anni, già titolare della sua Nazionale e dal costo basso, io lo compro anche se non so chi sia. Sampdoria e Udinese gli furono molto vicine, però alla fine non se ne fece niente. Nel 2000 invece, quando lavorava a Perugia, parlai a Sabatini di un sedicenne olandese interessante. Il suo nome? Arjen Robben…”.
