Cagliari in B, dopo undici anni i sardi salutano la massima serie

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Dopo una stagione disastrosa e turbolenta, arriva il triste verdetto

Ammesso che ci potesse essere un “buon” modo per retrocedere, il Cagliari lo ha fatto nel peggiore dei modi, andando a perdere l’ennesima partita decisiva, questo pomeriggio contro il Palermo e aprendo la parte dei rimpianti per una stagione gettata al vento che si sarebbe potuto concludere in ben altro modo. Alla fine la rete di Vazquez ha sancito matematicamente il disastro rossoblu, per una squadra che torna in serie B dopo aver giocato gli ultimi undici campionati nella massima serie e che ora dovrà alla svelta interrogarsi su come ripartire per ritrovare al più presto la categoria superiore. E’ anche il momento dei processi, ma a caldo nessuno dei protagonisti ha voluto accusare qualcuno in particolare.

LaPresse/Enrico Locci
LaPresse/Enrico Locci

Si è parlato dei tanti cambi in panchina, da Zeman a Zola, poi di nuovo Zeman, quindi l’irruzione degli ultras nel ritiro di Asseminello e le successive dimissioni del boemo per chiudere il torneo con Gianluca Festa. Tutto inutile. Si è parlato anche della poca esperienza e anche della presunzione che secondo Daniele Dessena, oggi capitano, avrebbe contagiato tutto lo spogliatoio e portato al risultato disastroso della

retrocessione. Ci sarà tempo per capire dove sono le colpe e per lavorare ai rimedi, ma ora resta il fatto che dopo il cambio societario che ha sancito la fine dell’epoca di Massimo Cellino, l’era di Tommaso Giulini si apre con un’onta difficile da digerire. Il nuovo patron isolano dovrà lavorare parecchio sull’immagine della sua società e sulla campagna acquisti per ritrovare quanto prima l’indispensabile feeling con i tifosi isolani che hanno contestato la squadra a fine partita

Undici anni di A consecutivi non si cancellano in un solo colpo, ma ora la piazza si aspetta che il campionato di B sia vissuto da protagonisti. Non sarà certo facile ma Giulini e i suoi collaboratori dovranno, una volta analizzati i motivi del fallimento del primo anno, correre ai ripari per far sì che la risalita sia anche più veloce dell’ultima volta. Se, infatti, prima c’erano voluti quattro campionati prima di riassaporare la massima serie, ora i tifosi si augurano che la strada possa essere tracciata in modo che arrivino al più presto nuove soddisfazioni dopo un’annata ricca solo di delusioni. La sterilità dell’attacco e la fragilità della difesa sono elementi sui quali riflettere, ma anche gli errori delle scelte tecniche dovranno essere di esperienza per la nuova dirigenza che dovrà prendere decisioni più oculate e meno di cuore. Lo impone tutta una Regione che aspetta di

Enrico Locci / Lapresse
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tornare al più presto in serie A.

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