Mihajlovic chiede il supporto di Mancini: “Chi vince il derby aiuta i migranti”

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Il tecnico rossonero scrive una lettera alla “Gazzetta dello Sport” facendo una proposta solidale a Mancini: “Chi vince tra Inter e Milan paga aiutando i migranti”

Ancora due giorni di attesa e poi sarà finalmente Inter contro Milan, il ‘Derby della Madonnina’. Lo stadio di San Siro sarà gremito in ogni ordine di posto, ancora poche ore e anche gli ultimi tagliandi (i più costosi) verranno polverizzati.

Si preannuncia quindi un grande spettacolo, ma la partita potrebbe assumere anche un aspetto più solidale, umanitario: il tecnico del Milan, Sinisa Mihajlovic, infatti, ha scritto appositamente alla “Gazzetta dello Sport” una lettera indirizzata all’amico e collega Roberto Mancini, tecnico nerazzurro.

L’idea dell’allenatore serbo è particolare ma ricca di buoni propositi: in sostanza chi vince il derby paga, aiutando quei migranti che in questi giorni molto spesso finiscono sulle prime pagine dei giornali. La lettera di Mihajlovic, però, si apre con la considerazione che lui, in fondo, è un uomo fortunato: “Sono sempre stato grato a chi nella mia vita mi ha dato la possibilità di esprimere le mie qualità umane e professionali. Mi sento un uomo fortunato, per quello che finora ho visto, provato, realizzato. Per i sogni che sono diventati realtà. E parte di queste grandi soddisfazioni le ho vissute a Milano dove ho concluso la mia carriera di giocatore e intrapreso quella di allenatore. Avere la possibilità di giocare il derby in questa città, prima come atleta e ora come tecnico, lo considero un grande privilegio, un orgoglio, una medaglia da appuntarmi sul petto. Lo stesso dirò ai miei giocatori prima della partita di domenica sera: facciamo questo mestiere per vivere nottate così, in uno stadio come San Siro, davanti a tifoserie appassionate come quelle di Milan e Inter. Un giorno guardando indietro, tra i momenti che riaffioreranno, ci saranno questi”.

LaPresse
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Poi la proposta, abbastanza esplicita, all’allenatore dell’Inter“E allora ho pensato che sarebbe bello, per chi come me ha vissuto e vive questo privilegio, simbolicamente poter restituire qualcosa a questa città, almeno due volte all’anno, nei giorni dei derby, i giorni in cui il cuore di Milano batte a San Siro. E aiutare chi, in questa città, è molto meno fortunato di noi. So per esperienza che i due club fanno moltissimo per la solidarietà, in questi mesi ho saputo delle tante iniziative di Fondazione Milan. La mia è solo una iniziativa personale e una “sfida del cuore” che lancio a chi come me da Milano ha avuto tanto, il mio amico e quest’anno avversario due volte, Roberto Mancini. L’idea è questa: scegliamo prima di ogni stracittadina una associazione bisognosa o una categoria in difficoltà, da aiutare con una offerta e poi chi vince il derby… paga. Dopo una vittoria lo slancio di generosità sarà ancora più alto del solito. E se dovessimo pareggiare, non divideremo, ma raddoppieremo la somma. Ho sempre pensato che gli atti di solidarietà debbano essere privati e non pubblici, ma credo che questa iniziativa potrebbe avere un positivo effetto di emulazione, magari anche tra i nostri giocatori e tra i tifosi di Milan e Inter: avversari leali, ma mai nemici”.

Lo scopo è aiutare soprattutto chi sta vivendo una situazione tragica come i migranti: “C’è un dramma che esiste da tanti anni e che negli ultimi giorni è diventato sempre più pressante: quello dei migranti. Uomini, donne, bambini, moltitudini di disperati che fuggono da guerre, da genocidi, dalla fame, dalla povertà. E’ un problema che mi sta particolarmente a cuore perché l’ho visto con i miei occhi e vissuto nel mio Paese, quando la guerra civile stravolse la ex Jugoslavia. Anche i miei genitori e tanti miei familiari sono stati migranti in fuga dalla guerra. Loro nella tragedia sono stati fortunati ad avere un figlio o un parente in grado di aiutarli, ospitarli, farli trasferire.

“Ho aiutato – continua il serbo – per quanto mi è stato possibile, tanta gente che non avevo mai visto prima, non ricordo più i loro nomi ma ricordo benissimo gli occhi di ognuno di loro e la sofferenza che c’era dipinta dentro. Occhi che dicevano più di mille parole. La quasi totalità di quanti fuggono e cercano asilo lo fa per disperazione e so quanto può essere difficile per intere famiglie sradicarsi, e per uomini e donne adulti provare a ricostruirsi una vita a 50 o 60 anni. Non voglio entrare in discorsi che riguardano le politiche europee, o analizzare le ragioni di Stati non in grado di accogliere tutti. Non voglio aprire dibattiti, io faccio solo l’allenatore di calcio. Ma a Milano so che ci sono associazioni che si occupano di aiutare chi oggi vive questo dramma e cerca accoglienza. Ne sceglieremo una. E’ l’occasione pubblica per dare una mano in più, al di là di quanto ognuno di noi fa già in privato.

Chi vince il derby, paga. Mancio, ci stai?”.

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