Juve, sospiro di sollievo per Lichtsteiner: “Può tornare tra un mese”

CalcioWeb

Il Prof. Gaita, che ha operato il terzino della Juve, smentisce l’ipotesi che voleva il giocatore fermo per 6 mesi

L’operazione al cuore di Stephan Lichtseiner, che nel corso di Juve-Frosinone aveva accusato un malore che ha portato la società a sottoporre lo svizzero agli accertamenti che hanno poi determinato la decisione di procedere con l’intervento, è perfettamente riuscita. Tuttavia, aleggia un alone di mistero circa i tempi di recupero. Ai microfoni del Corriere dello Sport, infatti, il cardiologo Carù aveva ventilato l’ipotesi di un ritorno fissato addirittura tra 6 mesi.

lichtsteinerTali dichiarazioni sono state seccamente smentite da altri cardiologi, in particolare dal Prof. Gaita, che ha operato il giocatore: “In trenta giorni si ha la guarigione, poi andranno rifatti gli esami e, in caso di esito positivo, verrà ridata l’idoneità agonistica. Questi tempi sono dati dalle linee guida della Medicina dello Sport, naturalmente variano a seconda del tipo di aritmia e, nel caso di flutter, la regola è un mese per il recupero“.

Gaita, poi, elenca alcuni dettagli tecnici dell’intervento: “Il flutter atriale è un’aritmia degli atrii, che, volendo fare un paragone con un’automobile per essere più comprensibili, sono i “serbatoi” del cuore. Questi hanno una specie di circuito elettrico che, in caso di flutter, fa salire i battiti al minuto dai normali 60, fino a 300. Accade che in caso di stress o di notevole sforzo fisico, possa avvenire il passaggio di tutti gli impulsi: in questi casi, con 300 battiti al minuto, si può avvertire malessere e difficoltà respiratorie, proprio come accaduto al giocatore”.

Juventus vs Galatasaray - Champions League 2013/2014In fin dei conti, l’operazione non è stata eccessivamente complessa: “Si tratta di un’ablazione trans catetere: si introduce un catetere dalla vena della gamba fino all’interno del cuore, si registra il circuito del flutter e si eroga quindi una piccola bruciatura dalla punta del catetere, come se fosse un piccolo elettro-bisturi. È un intervento ormai molto diffuso ed è la terapia di prima scelta per pazienti sportivi. L’altra possibilità è prendere medicine per tutta la vita e comunque non risolvono il problema, cercano solo di prevenirlo, per altro riuscendoci solo nel 60% dei casi

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