Il Pescara e la regola del tre: tre vittorie consecutive e terzo posto riacciuffato

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Il Pescara sblocca una partita difficile contro il Cesena grazie ad una semi-rovesciata di Lapadula, che si conferma sempre più indispensabile

E sono tre: il Pescara ha messo il turbo, in questo campionato fatto di tanti “alti” e qualche “basso”. Il Delfino riscopre le gioie del pallone e così la sua città adriatica: è tornata la voglia di divertirsi giocando, di stupire con prestazioni condite da forma fisica e da impegno. Il Cesena avrebbe meritato il pareggio, ma l’unica cosa che gli è mancata è stata una giocata come quella di Lapadula al minuto 83: la sua sforbiciata ha chiuso i conti e non c’è niente da contestare.

Foto LaPresse - Fabio Urbini
Foto LaPresse – Fabio Urbini

Le due squadre sono state a lungo speculari: ottima forma fisica, attenzione nella fase difensiva e buoni spunti offensivi, che si sono però il più delle volte spenti sui piedi dei difensori avversari. Solo in due episodi i portieri hanno davvero salvato il risultato. Fiorillo ha respinto alla grande una botta da distanza ravvicinata di Ciano al 20′. L’italo-senegalese Gomis, invece, ha fatto un volo prodigioso per dire no a Lapadula al 62′, neutralizzando un bel colpo di testa. Molto bene hanno fatto quasi tutti i Cesenati, tra cui una nota di merito va a Renzetti e Ciano.

Nel Pescara, oltre alla bella prova di Mandragora in funzione di centrale difensivo, va fatto un discorso a parte per l’attaccante Gianluca Lapadula. Non si tratta unicamente di un giocatore che finalizza azioni imbastite da altri. L’italo-peruviano lotta, sbraccia, fa pressing, si crea occasioni da solo, inventa numeri d’alta scuola. Ha segnato 22 goal, ma molte di queste marcature sono degli autentici gioielli. Conte farebbe bene a convocarlo nel prossimo ritiro della nazionale. La categoria in cui gioca non conta nulla: Lapadula è un talento cristallino e non sfigura affatto con gli attaccanti azzurri attuali. “Lapadula ai prossimi europei di Luglio“, dunque? Perchè no.

Convocarlo in nazionale, comunque, vorrebbe dire scongiurare il pericolo di vederlo militare nel Perù che, facendo leva sulla sua doppia cittadinanza, lo sta corteggiando serratamente. Mettere dunque fine alla telenovela andina, per un atleta che tra qualche mese sarà probabilmente della Juve, non è fantacalcio.

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