Allegri a 360°: il futuro di Pogba e Morata ed i retroscena su Cellino

CalcioWeb

Massimiliano Allegri, ospite di Fabio Fazio a ‘Che tempo che fa’, ha parlato di mercato ed ha svelato qualche retroscena sulla sua carriera

Buffon rimane, Pogba rimane“. E giu’ risate. “Speriamo di si’, che rimanga. Morata? Fossi in lui resterei, ora e’ all’Europeo, speriamo torni indietro…”. Tra il serio ed il faceto, Massimiliano Allegri, ospite di Fabio Fazio a ‘Che tempo che fa’ su RaiTre, parla del futuro mercato della Juventus, senza pero’ entrare in ulteriori dettagli. “Vorrei che rimanessero tutti. C’e’ il sogno della Champions che tutti vogliono raggiungere. L’anno scorso abbiamo giocato la finale: sembrano passati diversi anni, invece ne e’ passato solo uno”, aggiunge il mister livornese, che per le vacanze tornera’ a casa, dove lo trattano non da allenatore della Juventus ma semplicemente da ‘acciuga’, il suo vecchio soprannome. “E’ stato un anno pazzesco, straordinario, i ragazzi sono stati meravigliosi e la societa’ anche, perche’ in quel momento non era facile – prosegue il mister bianconero, raccontando l’incredibile rimonta in campionato perfezionatasi con il quinto scudetto consecutivo – Avevano cambiato molto e perso giocatori importanti, in campo e nello spogliatoio. In tutto quelli nuovi erano dieci e c’e’ voluto del tempo. Forse ne abbiamo preso un po’ troppo, ma alla fine, piano piano. ..”. Considerati gli arbitri italiani “i migliori al mondo”, Allegri, che per il suo ruolo prova a “non essere travolto dall’entusiasmo quando arrivano i risultati e a non deprimermi quando non arrivano”, assicura che la sua esperienza di giocatore, considerato estroverso “per vicissitudini di vita che sono state ingigantite”, gli sono servite per fare l’allenatore.

massimo_cellino_getty“Ne ho di giocatori come ero io allora, e quella esperienza mi serve per gestire calciatori che alla fine sono sempre dei ragazzi. Mi diverto perche’ scherzo molto con i miei giocatori, sono giovani che hanno anche bisogno di consigli. Non sono piu’ bravo ma piu’ vecchio, e l’esperienza porta a dare dei consigli. A Pogba dico che ha trovato un allenatore sempre piu’ bravo di lui, coi piedi e a basket: mi ha detto che l’anno prossimo vuole sfidarmi con la boxe, ma gli ho detto di no…”. Coi presidentri avuti ha sempre mantenuto un ottimo rapporto, dal primo a quello attuale, Andrea Agnelli: “Cellino era un ‘filino’ scaramatico: non amava molto il 17 e lo aveva abolito dalla lista dei giocatori. Con Berlusconi ho sempre avuto un ottimo rapporto. E’ vero, lui diceva che io ero il maestro e lui il professore, ed aveva ragione. Cosa gli dicevo se affermava delle sciocchezze? Diciamo che lo indirizzavo… Con Galliani feci il voto di andare a piedi al Santuario di Montenero, io ci andai, lui no perche’ mi disse che non ce la faceva. E infatti l’anno dopo abbiamo passato il turno in Champions ma il campionato ando’ male. Diciamo che feci la mia parte. ..”. Allegri, che a suo dire fu un “giocatore mediocre”, ha imparato il mestiere soprattutto da Galeone, ma anche dai grandi tecnici che lo hanno allenato, come Trapattoni e Tabarez. Quest’anno, poi, i suoi colleghi lo hanno premiato con la Panchina d’Oro: “Un anno me la diedero e fui esonerato… Appena me l’hanno data, l’ho messa nel museo della Juventus. Sono premi prestigiosi, soprattutto perche’ dati dai colleghi”.

Il suo futuro e’ ancora la Juventus ma tutto nel calcio puo’ accadere: “Da giocatore non ho mai baciato una maglia. Bisogna essere professionisti e avere grande rispetto e dedizione per il lavoro che facciamo, senza fare altre cose che non posso essere mantenute. Spero di restare dieci anni alla Juve ma lo speravo anche al Milan, dove, dopo tre anni e mezzo, fui esonerato”. Per il momento, pero’, Allegri resta il punto di forza dei bianconeri: “Bisogna essere schiavi del risultato, soprattutto alla Juventus”, dice convinto. La mentalita’ vincente non gli fa certo difetto. (ITALPRESS).

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