Golden State stende letteralmente Cleveland umiliando Lebron e soci con ben 33 punti di distacco, ma la serie non è finita
Golden State mette le mani sull’Anello. Quasi imbarazzante il successo in gara 2 dei Warriors, che rifilano 33 punti di distacco a Cleveland: 110-77 il finale alla Oracle Arena e finale ora sul 2-0 a favore dei campioni uscenti. Come nel primo atto, non sono i big a fare la differenza: se giovedi’ scorso era stato Shaun Livingston a conquistare i titoli di testa, ora e’ il turno di Draymond Green, che mostra i muscoli sia in attacco che in difesa e chiude con 28 punti (5/8 da tre), 7 rimbalzi e 5 assist. “Ma non e’ il momento di festeggiare, siamo a due vittorie dal titolo e dobbiamo ancora finire il lavoro – avverte Stephen Curry, che limitato dai falli mette comunque a referto 18 punti e a fine gara scambia la maglia con Neymar, spettatore d’eccezione – Sarebbe un errore pensare che abbiamo trovato la formula perfetta per battere Cleveland e che non hanno alcuna chance nella serie”. Parole che pero’ sembrano di circostanza per quanto si e’ visto in campo, visto che in due partite Golden State ha fatto 48 punti in piu’ dei Cavs e che era dal 2009, dal successo dei Lakers su Orlando, che una finale non vedeva una delle due squadre andare sul 2-0. A rendere ancora piu’ netta la vittoria di Golden State i 17 punti di Klay Thompson e le cinque stoppate, di cui quattro nei primi 7′, di Andrew Bogut. “Ci hanno battuto in tutto”, commenta quasi con rassegnazione LeBron James, che nel primo quarto sbaglia cinque tiri su cinque e nel secondo realizza 14 dei suoi 19 punti complessivi oltre a 9 assist e 8 rimbalzi ma anche sette palle perse. Mercoledi’ notte la serie si trasferisce a Cleveland con i Cavs alle prese col dubbio Kevin Love: la gomitata presa da Harrison Barnes nel secondo quarto lo ha messo ko per qualche minuto, e’ tornato sul parquet realizzando una tripla ma a inizio secondo tempo e’ uscito definitivamente accusando vertigini. (ITALPRESS).
