Benevento, Coda racconta la svolta: “un bambino ci indicò in aeroporto…”

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Massimo Coda era destinato a lasciare il Benevento in questo mercato di gennaio. L’attaccante però è stato il grande protagonista delle due vittorie consecutive contro Chievo e Sampdoria ed è diventato l’eroe del club campano. Intervistato da ‘La Repubblica’, il bomber ha dichiarato: Il calcio è strano. Ero sicuro di andarmene, quando De Zerbi mi ha dato un’altra possibilità. E ora non parto più, ovvio. Sono uno che lavora tanto per la squadra. Prendo botte, presso l’avversario, torno a difendere. Chi mi vede giocare lo sa. Magari sotto porta arrivo stanco, poco lucido. Ma sapeste come brucia, per un attaccante, essere giudicato solo dal numero di goal. Che poi io neanche volevo fare il centravanti: ero un centrocampista, ma proprio perché segnavo tanto gli allenatori mi hanno spostato in avanti…”.

Coda (Foto LaPresse/Gerardo Cafaro)

“A Parma avevamo l’alibi della società assente. Qui no, il presidente è sempre stato con noi, i tifosi sono stati eccezionali nonostante le sconfitte: era solo colpa nostra se ci trovavamo a zero punti – dice Coda – Non so spiegarlo: gli infortuni, la squalifica di Lucioni, molti episodi negativi dopo il 90’. Eravamo diventati una barzelletta, il termine di paragone di un disastro”.

Coda infine racconta un episodio significativo che potrebbe rappresentare il momento della svolta: “Ho un’immagine: un bambino che in aeroporto ci indica e dice al papà: ‘Sono quelli del Benevento, sono tutti scarsi…’. Ci serve un miracolo, ma almeno ci siamo dati una speranza. E che bellezza vedere questa gente che dopo mesi da incubo ha ripreso a sorridere.Qui mi chiamano Hispanico, dal Gladiatore. Dicono che è per lo spirito combattivo…”.

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