Basket: tifo Barcellona razzista? La società respinge le accuse

CalcioWeb

Ancora uno strascico polemico per la semifinale play-off di Basket Legadue tra Sigma Barcellona ed Enel Brindisi. I pugliesi hanno vinto con un rotondo 3-0 la serie, ma continuano i botta e risposta tra le due squadre. Il vicepresidente di Brindisi, Fernando Marino, ha infatti rilasciato un’intervista al Quotidiano del Mezzogiorno, nel quale taccia i tifosi siciliani di razzismo.

Gibson, assoluto migliore in campo in Gara3 e nell’intera serie, all’ultimo canestro in faccia ai tifosi, ha rivolto a questi ultimi un brutto gesto, portandosi il dito indice alla bocca, chiaro segno che intima di tacere. Un po’ di tafferugli alla sirena, peraltro puniti dal Giudice Sportivo, mentre il gesto di Gibson è stato in un primo momento condannato con 2 giornate di squalifica. Ma la sentenza è stata annullata il giorno dopo. Marino sostiene che la reazione di Gibson è dovuta a continue provocazioni da parte dei tifosi di casa. Questi ultimi lo avrebbero offeso col “gesto della scimmia“. E’ vero che Gibson è stato colpito da un tifoso con un tubo di cartone, ma nessuno ha ravvisato insulti di tipo razzista. Ecco alcuni estratti della risposta ufficiale della società giallorossa:

“Nessuno ha ravvisato mai alcun insulto razzista al “PalAlberti”, né negli ultimi 40 minuti della gara meritatamente vinta dall’Enel Brindisi, né in tutta la storia dell’impianto di Zigari. Pertanto le dichiarazioni del dottor Marino offendono oltremisura la nostra gente. […] Qualcuno a fine gara avrà sicuramente sbagliato e probabilmente pagherà per i suoi errori, com’é giusto che sia. Ma ciò non può penalizzare un’intera tifoseria al punto di tacciarla di razzismo. Barcellona é una città ormai multietnica nella quale c’é una perfetta integrazione sociale al punto che é presente sul territorio cittadino anche una moschea che ospita i rituali religiosi di un gran numero di cittadini provenienti da Africa, Medio Oriente ed Est Europeo. […]

Se le dichiarazioni in questione potranno essere suffragate da prove certe, saremo i primi, insieme al nostro pubblico, a chiedere scusa non solo a Mister Jonathan Gibson, ma a tutti coloro che si sono sentiti offesi da tali presunti atteggiamenti di razzismo. In caso contrario, sarebbe bene spiegare le regole ad “un giocatore giovane, giunto in Italia da appena tre settimane e quindi non perfettamente a conoscenza del regolamento disciplinare vigente, ben diverso per casi analoghi da quello dei tornei americani”. Senza quel gesto, probabilmente, Brindisi sarebbe uscita tra gli applausi così come accaduto negli anni passati, al PalAlberti, dopo le sconfitte con Casale Monferrato e Latina. E poi bisognerebbe anche decidersi se si tratta di una reazione di fronte ad un “esecrabile gesto di razzismo” o di “una gestualità dettata dalla goliardia e dall’esaltazione per aver ottenuto un successo di prestigio”.

Da parte nostra, consideriamo chiusa la questione ed auguriamo all’Enel Brindisi le migliori fortune in vista della finale play off meritatamente conquistata.”

 

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