Gilardino, il ritorno del “violino”

CalcioWeb

Sono trascorse appena sette giornate in serie A e il massimo campionato italiano ha ancora tanto da dire ma, approfittando della domenica di sosta a causa degli impegni delle Nazionali, è possibile isolare i primi aspetti positivi, le prime delusioni, le prime sorprese.

Tra queste ultime possiamo certamente annoverare Alberto Gilardino. L’attaccante passato al Bologna in prestito dal Genoa proprio nell’ultimo giorno di mercato, si è messo in luce in maglia rossoblù relizzando ben cinque reti nelle sei partite finora disputate. Un bottino considerevole soprattutto se si pensa che, nelle ultime stagioni, il centravanti biellese aveva mostrato una preoccupante inversione di tendenza. All’ombra delle due Torri e sotto la guida di mister Pioli il trentenne biellese sembra aver ritrovato lo smalto dei giorni migliori, quando si dimostrava implacabile rapace dell’area di rigore.

Cresciuto nel Piacenza, squadra con cui esordisce in A a soli 17 anni, lanciato da Gigi Simoni, si trasferisce al Verona prima di esplodere letteralmente nel Parma di Prandelli, dove trascorre tre stagioni, dal 2002 al 2005. Dopo un primo anno da comprimario, è l’annata 2003-2004 quella della definitiva consacrazione nell’elite dei bomber italiani: 34 apparizioni e 23 centri, la maggior parte dei quali durante il girone di ritorno, allorchè diventa titolare inamovibile dopo la partenza di Adriano all’Inter. Logica conseguenza è l’approdo nella Nazionale maggiore, dopo le buone esperienze con l’Under 21 con cui conquista un Ueropeo e un bronzo alle Olimpiadi di Atene. Si ripete nel campionato successivo bissando le 23 marcature, stavolta in 38 presenze, numeri che gli valgono la chiamata di una big, il Milan. La prima stagione va abbastanza bene, saranno 17 le marcature, le altre due un pò meno, 12 e 7 goal, data anche la spietata concorrenza in un reparto avanzato che poteva contare su giocatori quali Shevchenko, Pato e Pippo Inzaghi.

Nel maggio del 2008 il direttore sportivo della Fiorentina Pantaleo Corvino annuncia il suo arrivo in riva all’Arno, dove ritrova Prandelli e sarà protagonista con la casacca viola per tre stagioni e mezza. Le prime due certamente esaltanti, le ultime un pò meno, ma quasi sicuramente il bravo centravanti ha pagato sulla sua pelle lo scotto di una squadra non proprio all’altezza delle ambizioni e anche delle pressioni di una piazza passionale ed esigente come quella di Firenze. Nel gennaio 2012 l’addio, dopo 118 partite e 49 sigilli, ecco il Genoa del presidente Preziosi, ma in rossoblù la situazione non è delle più rosee, continui cambi di allenatore e lotta per evitare la retrocessione sono elementi che non giovano a Gilardino, che comunque chiude i sei mesi genovesi con 4 marcature nelle 14 gare disputate.

Quest’estate la svolta. Alberto va, forse un pò a sorpresa, al Bologna, una piazza si importante ma non di prima fascia, un ambiente più tranquillo, probabilmente l’opzione migliore per ritrovare se stesso, un pò smarrito nelle beghe societarie e di squadra che ha dovuto sopportare negli ultimi tempi. Il campione del mondo 2006 si rimbocca le maniche ed i risultati non tardano ad arrivare. Alla terza giornata firma due delle tre reti con cui il Bologna supera in rimonta la Roma, fornendo anche un assist a Diamanti, nel turno successivo al “Dall’Ara” colpisce il Pescara, quindi contro il Catania, sempre davanti al pubblico amico, timbra un’altra doppietta, per un totale di cinque gioie personali che lo issano al secondo posto nella classifica cannonieri, dietro al “matador” Cavani del Napoli. E, ciliegina sulla torta, arriva anche la chiamata della Nazionale per il doppio impegno contro Armenia e Danimarca nelle qualificazioni mondiali. Un ‘arma in più per il vecchio maestro Prandelli, fiducioso di rivedere suonare il “violino”.

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