Le punizioni di Pirlo, dalla “foglia morta” al rasoterra

CalcioWeb

Il goal su calcio di punizione, uno dei gesti più affascinanti e spettacolari del calcio. Tanti gli interpreti negli anni e tante le modalità di esecuzione. Il calcio di potenza, quello di precisione, il tiro delle tre dita, di collo pieno o d’esterno, la punizione “a foglia morta”, “la maledetta”. Non solo i prestigiatori sudamericani, brasiliani ed argentini in primis, ma anche tanti campioni del vecchio continente.
Uno dei maggiori esponenti in questo campo gioca in Italia, è il centrocampista della Juventus e della nazionale Andrea Pirlo. Il trentatreenne bresciano è uno specialista del settore e nella sua carriera, tra Reggina, Brescia, Milan, Juve e ovviamente anche in maglia azzurra, ha realizzato svariate reti sfruttando le sue capacità sui calci da fermo.

Nei primi anni le sue punizioni erano caratterizzate da morbide traiettorie che finivano la propria corsa nel sette. Con il passare del tempo e la diffusione dei più svariati esempi, il buon Andrea ha cambiato il suo modo di calciare, passando ad un tiro ancor più beffardo, in quanto la sfera pare destinata a perdersi alta sopra la traversa, invece si abbassa inesorabilmente terminando alle spalle del malcapitato portiere di turno. I maligni e gli esteti hanno giustificato questa soluzione tirando in ballo l’evoluzione dei moderni palloni, più leggeri rispetto al passato, più colorati a scapito degli estremi difensori, più soggetti a prendere traiettorie strane ed infide e quindi più adatti ad amenità del genere.

In questo scorcio di stagione Pirlo è andato a segno tre volte, due nelle ultime due giornate, sempre su calcio da fermo. Ma introduce un’innovazione, accanto al rinnovato look che lo vede con la barba lunga. Non esegue il cosiddetto “ascensore”, bensì opta per un secco e preciso rasoterra. Alla prima giornata allo “Juventus Stadium” raddoppia contro il Parma dalla distanza, ma rimane il dubbio se il pallone ha varcato la linea fatale. Due giornate fa in casa contro la Roma il punto del vantaggio: palla a filo d’erba che supera il distratto muro giallorosso. Domenica scorsa a Siena: la barriera toscana, aspettandosi la consueta esecuzione,  salta, la sfera passa sotto, battendo l’incolpevole Pegolo.
Un mix di tecnica sopraffina, precisione, fantasia ed un pizzico di furbizia.
Casualità o scelta precisa? Si dice che tre indizi facciano una prova…

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