Milan, quando manca la qualità…

CalcioWeb

Dando uno sguardo alla classifica di serie A, salta all’occhio la posizione del Milan. I rossoneri hanno finora raccolto la miseria di 7 punti, frutto di un ruolino di marcia contraddistinto da due vittorie, un pareggio e quattro sconfitte, di cui ben tre in casa, l’ultima nel derby con l’Inter. Numeri impietosi che inchiodano squadra, allenatore e società alle loro responsabilità.
Ma qual’è la causa dell’attuale momento dei rossoneri? In queste situazioni solitamente alla base c’è un insieme di fattori, ma la principale motivazione sembra il mercato. Il Milan si è privato di tanti campioni senza sostituirli adeguatamente. In via Turati si è deciso di chiudere un ciclo e ad alcuni senatori non è stato rinnovato il contratto, Seedorf, Nesta, Gattuso, Inzaghi, che ha intrapreso la carriera di allenatore negli Allievi nazionali rossoneri. A ciò si aggiungono le partenze pesantissime di Thiago Silva e Ibrahimovic, ceduti al Paris Saint Germain per una barca di soldi, utili a ripianare il bilancio in questo momento di crisi globale. In entrata è arrivato ben poco. A parte Acerbi, comunque una scommessa in quanto alla prima esperienza in una grande, Montolivo, Bojan e De Jong, un altro incontrista in una mediana in cui scarseggia la fantasia, le scommesse, azzardate, Niang e Traorè, infine lo scambio con i cugini dell’Inter tra Pazzini e Cassano. Insomma, nessun pezzo da novanta, come richiesto dalla tifoseria. Da qui una rosa inadeguata rispetto alle ambizioni della piazza e non all’altezza del blasone del club.

Una squadra che ha perso molto, in termini qualitativi. E si è visto sul campo, sia in Italia che in Europa, ecccetto qualche lampo isolato, vedi i successi in casa del Bologna e dello Zenit. La difesa appare il reparto che, in quanto a criticità, viene all’ultimo posto, anche se l’assenza di uno dei migliori difensori al mondo si fa sentire, l’inserimento del giovano De Sciglio sta andando bene, ma occorrre equilibrio per non bruciare un giovane dal futuro assicurato. Ci si aspettava forse qualcosina in più da Acerbi, il quale sta pagando il naturale scotto del passaggio in uno dei team più importanti al mondo. Male il centrocampo, dove manca quel pizzico di estemporaneità e creatività che non possono essere garantiti da gente come Ambrosini, De Jong, Flamini e Nocerino, in calo rispetto alla straordinaria annata precedente, tutti più adatti a contenere, ad interrompere l’azione piuttosto che a ricamare gioco, in questo senso l’intermittente Montolivo non basta, visto che Boateng appare l’ombra di se stesso. Ancora peggio l’attacco, che segna con il contagocce. Pato trascorre più tempo in infermeria che in campo, bloccato com’è da un’impressionante sequenza di infortuni muscolari che hanno notevolmente limito il talento brasiliano negli ultimi due anni, Robinho, anche lui fermato da problemi fisici, è una buona seconda punta ma un realizzattore poco cinico (sono negli occhi di tutti i tfosi e gli appassionati le clamorose occasioni divorate lo scorso anno), Pazzini è un centravanti, seppur abbastanza mobile, che ha bisogno di palloni giocabili per poter esprimere le sue qualità di cecchino, Bojan, l’eterna promessa in attesa della definitiva esplosione, così così, forse non era lui di cui aveva bisogno il Milan, l’unica nota lieta viene da El Sharaawy.
Il “faraone” è l’attuale punto di riferimento dei rossoneri, 4 reti nelle ultime tre uscite che gli sono valse la convoocazione da parte del commissario tecnico Cesare Prandelli. Ma il giovane italo-egiziano non può certamente sobbarcarsi sulle sue spalle, ricordiamo che tra poco ccompirà venti anni, il peso della squadra di Allegri, visto come principale responsabile dell’attuale situazione. Ma errori del tecnico a parte, che colpa ha se i giocatori a disposizione sono quelli? Può provare nuove soluzioni tattiche, nuovi schemi, può variare le formazioni, può raschiare il fondo del barile ma non potrà mai inventarsi una dote fondamentale per una squadra di calcio: la qualità. E quando manca sono dolori…

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