Turchia: il Fenerbahce scende in campo per l’arbitro gay cacciato

CalcioWeb

La Turchia del calcio dice no alla discrinazione degli omosessuali. Un gruppo di tifosi del Fenerbahce, è scesa in campo, calcisticamente parlando, contro attivisti della Lgbt, associazione per i diritti degli omosessuali, per esprimere solidarietà a Halil Ibrahim Dincdag, arbitro cacciato nel 2010 dalla Tff, la Federcalcio turca, per aver ammesso di essere gay. Lo riportano i principali quotidiani turchi, precisando che il gesto è arrivato dai supportes che fanno capo al Fenerbahce, un’ala progressista della tifoseria del team di Istanbul, solitamente nota per il suo orientamento conservatore. Dincdag aveva fatto outing sulla sua omosessualità durante la stagione 2008-2009, l’esclusione dalla lista degli arbitri da parte della Federcalcio era arrivata a partire dal compionato successivo. Fin dal primo momento, lo sportivo ha pensato che fosse a causa delle sue inclinazioni sessuali e ha fatto ricorso. Il processo si trascina da due anni, la prossima udienza è fissata per il 19 di febbraio. L’arbitro ha chiesto un risarcimento di 110mila lire turche, circa 45mila euro. “La mia storia in Turchia è senza precedenti – ha spiegato Dincdag al quotidiano Radikal -. Ci sono altri gay nel mondo del calcio, di loro si è mai sentito qualcosa? Non farò nomi ma mi verrebbero in mente già 20-30 persone. Giocatori, direttori sportivi, arbitri. Alcuni sono molto noti”. Intanto la Federcalcio turca e dichiara che Dincdag non è stato cacciato per la sua omosessualità, ma per “prestazioni fisiche insufficienti”. I legali della TFF hanno anche portato all’evidenza dei giudici il fatto che nel 2008 il giovane era stato dichiarato non idoneo al servizio militare.

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