Nel match disputato ieri tra Livorno e Vicenza, Paulinho, attaccante del club toscano, ha segnato la rete del 3 a 3. Così, per festeggiare, ha sollevato la maglietta, scoprendo una t-shirt bianca con sopra stampato il volto dell’ex compagno Morosini, deceduto lo scorso aprile durante una partita del campionato di Serie B. Insomma, il brasiliano ha voluto omaggiare la memoria del povero Piermario, ricevendo anche, tra l’altro, gli applausi dei sostenitori vicentini.
Tuttavia, Paulinho stesso è rimasto incredulo quando l’arbitro Palazzino gli ha sventolato il cartellino giallo in faccia. Una decisione che ha fatto irritare l’opinione pubblica che, ad onore del vero, non ha tenuto conto del fatto che il direttore di gara si è limitato ad applicare il regolamento che impedisce di togliere, anche solo parzialmente, la divisa da gioco.
Per carità, l’arbitro avrebbe anche potuto chiudere un occhio, visto l’intento nobile del gesto di Paulinho. Il problema non sta però nell’ammonizione in se. Il problema, a nostro parere, è che andrebbe eliminata l’insulsa regola che comporta l’ammonizione per chi esulta togliendosi la maglietta. Ma quale è la gravità di questo gesto? Perchè non modificare il regolamento e farlo tornare a qualche anno addietro, quando un grande attaccante come Ravanelli fece della maglia sul volto, accompagnata da corsa sfrenata, il simbolo eterno della sua esultanza?