Ritorna oggi la rubrica “Che fine ha fatto?” e parleremo di Carlo Nervo, storica ala destra del Bologna degli anni ’90 e 2000.
Dopo essere stato ingaggiato dal Mantova facendo bella figura in Lombardia, fu acquistato dal Bologna, squadra con cui giocò 11 anni e con cui dalla serie C arrivò fino alla serie A ed alla Nazionale. Dopo una breve parentesi negativa al Catanzaro tornò in rossoblu per un ultimo anno da professionista.
Appese le scarpe al chiodo Nervo ha deciso di intraprendere la strada della politica con la Lega Nord ed è immediatamente diventato sindaco di Solagna.
L’esterno destro ha parlato della sua scelta politica: “divento padano nel 2005, quando dal Bologna mi trasferisco al Catanzaro. Bastano quattro mesi laggiù per capire molte cose. Tre o quattro presidenti, persone strane. Lo ripeto sempre: qualcuno sa spiegarmi perché da Roma in giù c’è solo gente in giacca e cravatta? L’Italia ha tanti problemi ed io mi sono rotto di avere a che fare con sindaci anziani, gente in pensione che crede di salvare il mondo”.
Nervo ha anche svelato qualche aneddoto di spogliatoio. In particolare ha parlato dell’episodio che lo vide coinvolto con il compagno di squadra Bellucci , in un’esultanza “strana” che vide i due giocatori baciarsi in bocca: “mi misero in prima pagina e mi diedero del finocchio. Lui mi aveva promesso che al prossimo gol mi avrebbe baciato il naso, per cui mi prendeva in giro. Mi viene incontro, ma essendo molto più basso di me, anzichè il naso mi bacia la bocca! Il Tg5 fa un servizio, nello spogliatoio tutti ci prendono in giro. Che figura di merda… Per venti giorni, a fine allenamento, non ci facciamo più vedere insieme: se uno esce dallo spogliatoio e va a destra, l’altro esce più tardi e va a sinistra. A me si può rinfacciare tutto nella vita, tranne che quello. Mi piace la gnocca!”
Infine alcune valutazioni prettamente tecniche: “il miglior calciatore di sempre è stato Maradona, il più forte con cui ho giocato Kolyvanov. Il difensore più cattivo che ho incontrato è stato Fernando Couto, mentre quello che mi metteva più in difficoltà Cordoba”.