Campionato nazionale, Coppa nazionale, Champions League, Europa League e via dicendo: queste alcune delle principali manifestazioni che vedono protagoniste le squadre di calcio più blasonate, che da agosto a maggio devono godere di un’ottima salute per ben figurare. Sì perché diversamente non potrebbero sostenere tanti impegni, e soprattutto sostenerli al meglio delle proprie possibilità.
Ovviamente non ci siamo dimenticati degli spareggi di Champions League e di quelli di Europa League per accedere alla fase a gironi, è solo che non volevamo far pesare il fatto che a calcio si gioca decisamente troppo. Purtroppo è così, e ci dispiace dirlo, perché come voi anche noi siamo amanti del pallone, ma davanti alla realtà meglio non nascondersi dietro a un dito. Ma come si è arrivati al punto di “spremere” così tanto i calciatori, che, tra le altre cose, devono, ma solo se sono bravi, rispondere anche agli impegni delle Nazionali? Quando un prodotto piace e funziona si tende a proporlo e riproporlo il più possibile. Nulla di nuovo, è una vecchia legge tipica del mercato che più o meno tutti conosciamo: più grande è la domanda di un bene, più grande è l’offerta. E il calcio oggi va per la maggiore! Però c’è un rischio, ossia che dopo un po’ diventi stucchevole.
Per farla semplice, il calcio sarebbe ancor più bello se le partite disputate nell’arco di una intera stagione fossero di meno. Per quale motivo? Perché gli stessi atleti che scendono in campo renderebbero ancora di più, essendo più freschi, e lo spettacolo ne gioverebbe, e noi con esso. Certo, tornare indietro ormai forse non si può, visto che tra poco staremo per entrare negli anni ’20 del 2000, e l’offerta di calcio probabilmente non tenderà a diminuire, anzi, però interrogarsi su questo cambiamento che ha per protagonista il pallone è sempre possibile. Dunque non c’è una soluzione? In realtà sì, ma per capire quale dobbiamo tornare indietro di qualche decennio.
“Il troppo stroppia”
Per far sì che il calcio torni a essere un prodotto di eccellenza, destinato agli appassionati ma anche ai neofiti che incuriositi vogliono saperne di più, sarebbe necessario che da oggi, anno 2018, si tornasse indietro di almeno 20-30 anni, quando il calcio era uno sport diverso e gli impegni sportivi delle squadre più blasonate erano certamente minori.
Per fare un esempio, la Juventus per arrivare a giocarsela con il Real Madrid in questa edizione della Champions League, facendosi eliminare a causa di un punteggio complessivo che recita 4 a 3 in favore dei Blancos, ha dovuto disputare troppe gare fondamentali, arrivando all’appuntamento più importante a corto di fiato. Poi ci ha pensato a fare la differenza il solito monumentale Cristiano Ronaldo, in arte CR7, uno dei calciatori più pagati insieme all’incredibile Messi, e va bene, però se ci pensate bene, se Matuidi avesse avuto le gambe meno rigide magari nella partita di ritorno il fenomeno portoghese non avrebbe tirato quel calcio di rigore al minuto numero 97.
Vero è che, come si suol dire, “con i se e con i ma la storia non si fa”, tuttavia ci auguriamo che al massimo entro l’anno 2020 FIFA e UEFA decidano di rendere più snello il prodotto calcio, che a prescindere piacerà lo stesso; in questo caso poco importa la quantità, perché a importare è solo la qualità che pian piano sembra venire sempre meno.
Anche i calciatori più fragili ne gioverebbero
Quanti sono oggi i calciatori dalle “caviglie di cristallo”? Non scomodando un mito del passato come Van Basten, diremmo tanti. Dunque se si giocasse un po’ meno a calcio forse non si infortunerebbero così di frequente, e forse nemmeno se l’allenatore potesse effettuare più delle solite tre sostituzioni. Ma questo è un altro discorso, che speriamo FIFA e UEFA un giorno tratteranno nelle sedi opportune.