“L’uomo del giorno”, Arrigo Sacchi: colui che rivoluzionò il calcio in Italia

CalcioWeb

Arrigo Sacchi, classe 1946, nasce a Fusignano, paesino della Romagna. Aveva dovuto rinunciare presto all’idea di diventare un grande calciatore. Eppure ci aveva provato. Approda in serie A nel campionato 1987/88. Silvio Berlusconi, neo-presidente milanista, decide di chiamarlo sulla panchina della sua squadra dopo l’ottima prova che il Parma guidato da Sacchi (allora in serie B), effettua contro il Milan di Liedholm in Coppa Italia. Non tutto andò liscio fin da subito. Ci furono problemi, battute d’arresto pesanti come quella subita per mano dall’Espanyol, che eliminò il Milan dalla Coppa Uefa. Ma poi il motore partì, e nessuno poté fermarlo. Non ci riuscì il Napoli di Maradona, che si piantò nel finale di stagione, quando sembrava ormai avere la vittoria finale in pugno. Il sorpasso andò in scena proprio al San Paolo, a solo due giornate dal termine. Scudetto, Supercoppa italiana, soprattutto due Coppe dei Campioni, due Supercoppe Uefa e due Coppe Intercontinentali. Ovviamente questo non basta a dare il senso di uno squadrone che fece epoca, nella più pura accezione. Arrigo Sacchi, invece, al posto di uniformarsi al canovaccio tattico in voga decide di schierare il Milan con un rivoluzionario 4-4-2. Dal 13 novembre 1991 è subentrato ad Azeglio Vicini come commissario tecnico della Nazionale Italiana che ha condotto ai Mondiali USA del 1994, ottenendo il secondo posto dietro il Brasile. Nel 1995 ha portato l’Italia alla qualificazione per la fase finale dell’Europeo ’96. Nel 1996 ha rinnovato il contratto che lo avrebbe legato alla guida della Nazionale fino a tutto il 1998, ma poco tempo dopo, in seguito a polemiche sulla sua conduzione, ha preferito lasciare il posto a Cesare Maldini, già allenatore della nazionale giovanile. Infine, il suo ultimo incarico è stato quello alla guida del Parma. Il troppo stress, però, l’eccessiva fatica e le troppe tensioni a cui è sottoposto, lo inducono a lasciare la panchina della squadra emiliana dopo solo tre partite. Arrigo Sacchi non ha abbandonato il mondo che tanto ama: ha lavorato come direttore dell’area tecnica, dietro le quinte della panchina del Parma. Poi alla fine del 2004 è volato in Spagna, per diventare Direttore tecnico del Real Madrid.

Arrigo Sacchi è in gran parte un autodidatta, esige un pressing ossessivo, che inaridisce le fonti di gioco avversarie fin dall’area di rigore avversaria, e tiene corta la squadra con la tattica del fuorigioco e i rapidi contrattacchi. È come se il Milan parlasse un’altra lingua calcistica, che gli avversari sono costretti di volta in volta a provare ad interpretare. Le difficoltà sono enormi, soprattutto dal momento in cui quella lingua inizia a essere recitata a memoria: lavoro su situazioni di pressing, raddoppio, fuorigioco, diagonali, marcature di gruppo. Tutto ripetuto fino a trovare i perfetti tempi di esecuzione. In particolare si appassionò al calcio olandese, all’Ajax, all’Olanda di Rinus Michels, una delle più affascinanti squadre di tutti i tempi. Il riferimento, che lo stesso Sacchi ammette e che cita personalmente, è l’Ajax di Stefan Kovacs, squadra che vinse due coppe dei Campioni nel 1972 e nel 1973. L’allenatore rumeno raccolse l’eredità proprio di Rinus Michels e, contando su una generazione di calciatori straordinari, perfezionò un meccanismo di gioco effettivamente rivoluzionario per l’epoca. Pressing, difesa alta, sincronismi consolidati, una squadra che consisteva in una pura entità collettiva, piuttosto che nella banale sommatoria delle proprie singole parti. Lo chiamarono calcio totale proprio perché si fondava sull’idea che tutti i calciatori fossero messi nelle condizioni di partecipare ad entrambe le fasi di gioco. Ancora oggi le correnti calcistiche più rigogliose si basano sull’accettazione dei concetti fondamentali di Sacchi: che sia il calcio di Guardiola, Mourinho, Bielsa, Ancelotti, Klopp o Simeone. Hanno tutti studiato l’allenatore romagnolo, e tutti ne riconoscono l’importanza nella loro formazione calcistica. Poi ognuno ha sviluppato le idee a modo suo, ma il calcio che si gioca oggi ad alto livello è quello pensato dall’ultimo grande allenatore-filosofo del calcio italiano.

Scarica gratis o Aggiorna l’App da Google Play per dispositivi Android per essere sempre aggiornato in tempo reale sulle notizie della tua squadra

Scarica gratis o Aggiorna l’App di CalcioWeb sull’App Store per dispositivi iOS per essere sempre aggiornato in tempo reale sulle notizie della tua squadra

Condividi