Il calcio non è fatto di meri numeri, ma anche se volessimo cancellare le emozioni, lo spettacolo e il divertimento ragionando esclusivamente in base ai risultati (come soltanto i più cinici possono fare), oggi Sarri è un allenatore più vincente di Allegri in Europa. Nonostante partecipi a competizioni europee da appena 4 anni (Allegri da 9) e lo faccia con squadre di gran lunga inferiori rispetto alle corazzate allenate dall’ex tecnico della Juventus filosofo del risultato a tutti i costi.
Allegri, infatti, ha allenato il Milan di Abbiati, Nesta, Thiago Silva, Pirlo, Gattuso, Ambrosini, Seedorf, Zambrotta, Ronaldinho, Pippo Inzaghi, Ibrahimovic e Robinho (oltre ai vari Boateng, Flamini, Pato, Niang) e in Europa ha sempre fatto flop in modo clamoroso (miglior risultato un Quarto di Finale di Champions League), e non è riuscito a vincere nulla oltre i confini nazionali neanche con la Juve più forte del secolo, arricchita nell’ultima stagione dal super colpo Cristiano Ronaldo. Al punto che la società ha deciso di mandarlo via con l’intenzione di scegliere un altro allenatore che possa portarla a quella vittoria che ai bianconeri manca da 23 anni.
Sarri, invece, ha allenato il Napoli post-disastro di Benitez, con un organico che valeva il 7° monte ingaggi della serie A, tanti ragazzini giovani e inesperti, sfiorando uno scudetto clamoroso e spaventando il Real Madrid più forte della storia negli Ottavi di Finale della Champions League 2017. Adesso con il Chelsea ha vinto un’Europa League lanciando tantissimi ragazzini alla prima esperienza di livello internazionale, sempre titolari: gli italiani Jorginho (27 anni) e Zappacosta (26 anni), il 25enne Barkley e i giovanissimi Arrizabalaga, Christensen, Emerson Palmieri e Loftus-Cheek, tutti Under 24, per non parlare dell’appena 18enne Hudson-Odoi (4 gol e 2 assist in 9 partite di questa Europa League). Il “Maestro” non ha soltanto vinto, ma ha anche insegnato calcio, regalando alla sua società una prospettiva economica molto importante per la valorizzazione di tanti giovani. E ha aperto un nuovo ciclo che può diventare straordinario se il club londinese riuscirà a dare continuità al progetto sarriano.
Andiamo a vedere i numeri:
Maurizio Sarri in Europa
- Napoli 2016: eliminato ai Sedicesimi di Finale di Europa League dal Villareal
- Napoli 2017: eliminato agli Ottavi di Finale di Champions League dal Real Madrid
- Napoli 2018: eliminato ai Sedicesimi di Finale di Europa League dal Lipsia
- Chelsea 2019: vincitore dell’Europa League
Massimiliano Allegri in Europa
- Milan 2011: eliminato agli Ottavi di Finale di Champions League dal Tottenham
- Milan 2012: eliminato ai Quarti di Finale di Champions League dal Barcellona
- Milan 2013: eliminato agli Ottavi di Finale di Champions League dal Barcellona
- Milan 2014: eliminato agli Ottavi di Finale di Champions League dall’Atletico Madrid
- Juventus 2015: sconfitto in finale di Champions League dal Barcellona
- Juventus 2016: eliminato agli Ottavi di Finale di Champions League dal Bayern Monaco
- Juventus 2017: sconfitto in finale di Champions League dal Real Madrid
- Juventus 2018: eliminato ai Quarti di Finale di Champions League dal Real Madrid
- Juventus 2019: eliminato ai Quarti di Finale di Champions League dall’Ajax
Ma visto che il calcio non è fatto soltanto di numeri, dobbiamo anche spiegare cosa significano questi dati. Non soltanto Sarri è più vincente di Allegri in Europa nonostante abbia partecipato a molte meno competizioni rispetto al suo collega (4 contro 9) e nonostante abbia allenato squadre di gran lunga inferiori, ma Sarri si è dimostrato persino più vincente perchè ha vinto il 100% delle finali che ha giocato (una su una), nonostante ci sia arrivato con mille pressioni addosso, tante critiche dalla stampa e un derby stracittadino, mentre Allegri ha perso il 100% di quelle che aveva conquistato (due su due) nonostante fosse in entrambi i casi abbastanza leggero con il pieno sostegno del suo club e di tutto l’ambiente bianconero. Anche su questo Allegri ha avuto la fortuna di allenare due grandi piazze come Milan e Juve che, storicamente, mettono gli allenatori a proprio agio per lavorare in tranquillità: ha avuto il pieno supporto delle società che non l’hanno mai messo in discussione neanche nei momenti difficili e il sostegno incondizionato delle tifoserie tra le più mature d’Europa (e sicuramente le più mature d’Italia) che l’hanno difeso e applaudito anche dopo le sconfitte peggiori, con la possibilità quindi di lavorare serenamente, a differenza di Sarri che ha avuto addosso tutte le pressioni di dover sempre dimostrare qualcosa ogni settimana, messo in discussione da ambienti difficili e complessi come Napoli e lo stesso Chelsea.
Dal punto di vista squisitamente tecnico, Sarri ha impostato la sua filosofia sul bel gioco, tramite cui ottenere i risultati. A differenza di Allegri che, in pieno stile-Juve, ha impostato la sua filosofia sui risultati a prescindere dal gioco.
Con il successo di ieri, qualora ce ne fosse bisogno, Sarri ha smontato in un secondo il teorema Juventus e l’ideologia che per vincere non bisogna giocare bene, che vincere è l’unica cosa che conta e che si vince con la forza e il cinismo anzichè come diretta conseguenza del lavoro e del sacrificio per il bel gioco.
Adesso a Londra anche i media che tanto l’avevano criticato (inspiegabilmente) durante la stagione, lo osannano esaltando il suo “Sarri-Ball“. Ed è pronto a rinnovare, chiedendo rinforzi importanti, un ingaggio più alto e quella fiducia fin qui mancata per praticare il suo calcio. Il futuro di Sarri è ancora in Premier: come scriviamo da tempo su CalcioWeb, troppo diverso per stile e cultura dalla Juventus che non ha mai scelto un allenatore che praticasse un calcio offensivo e che per il post-Allegri vuole a tutti i costi un altro grande coach internazionale come Jürgen Klopp impegnato nella finale di Champions League di Sabato sera. Quello di Sarri e quello della Juve restano due mondi troppo diversi e troppo lontani. E la sfida, più o meno a distanza, continuerà ancora.