L’uomo del giorno di oggi è Mario Mandzukic, che compie 33 anni. L’attaccante croato è il classico tipo di calciatore che ogni allenatore vorrebbe. Non per niente è diventato il pupillo di Allegri, che lo ha utilizzato in bianconero in tanti ruoli dell’attacco. Tra le sue caratteristiche, il gioco aereo, il fiuto del gol, la forte personalità, il sacrificio in fase di non possesso.
L’inizio della sua carriera, tra giovanili e prima squadra, è nella sua terra natale: Marsonia ed NK Zagabria prima dell’approdo alla Dinamo Zagabria, in cui si fa conoscere al grande calcio. 42 reti in 81 presenze per lui tra il 2007 e il 2010, rendimento che attira le attenzioni del Wolfsburg. In Germania non sbaglia, e in due anni mette a segno 20 reti in 56 presenze. Resta in terra tedesca, ma nel 2012 passa al Bayern Monaco, con cui l’anno dopo conquista la Champions League segnando in finale la momentanea rete dell’1-0 al Borussia Dortmund (2-1 il risultato). Un anno, non entusiasmante, all’Atletico Madrid, prima del passaggio alla Juve nel 2015. Diventa un punto fermo della Vecchia Signora e, come detto sopra, di Allegri, che nel corso degli anni lo adatta anche ad esterno d’attacco, con risultati soddisfacenti nell’economia del gioco del tecnico livornese. Ne risente in termini di reti, “solo” 31 (l’ultima domenica sera contro l’Atalanta) in 118 presenze. Ma è tra gli idoli dei tifosi: conquista Scudetti e coppe a ripetizione, sfiora la Champions due volte nel 2015 e nel 2017 (in cui segna il momentaneo gol dell’1-1 contro il Real in finale). Qualche settimana fa ha rinnovato il contratto con la compagine di Torino.