La replica di Alessio Sundas ai detrattori del calcio femminile

Fautori contro detrattori, appassionati sportivi contro maschilisti. E' questo il riassunto di ciò che accade tra i media e i social mentre le ragazze di Milena Bertolini sta affrontando il Mondiale di Francia 2019 con agonismo, sportività, dignità e, soprattutto, vincendo
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Fautori contro detrattori, appassionati sportivi contro maschilisti. E’ questo il riassunto di ciò che accade tra i media e i social mentre le ragazze di Milena Bertolini sta affrontando il Mondiale di Francia 2019 con agonismo, sportività, dignità e, soprattutto, vincendo. Una crepa è stata aperta e come un sisma di magnitudo 9 le ragazze in maglia azzurra stanno allargando lo squarcio che divide il progresso, l’evoluzione dall’onnipresente pensiero medievale e retrogrado di chi sputa contro le atlete impegnate ben presto contro la Cina negli Ottavi di Finale.

Nei giorni scorsi articoli denigranti, a tratti deliranti, con parallelismi tra la religione e l’uguaglianza di genere, da parte di chi concepisce la parabola della Genesi come una gerarchia di importanza sulla terra. Maschi contro femmine, femmine contro maschi quando il 2019 è arrivato ormai a metà del suo percorso di vita. Discussioni sulla sessualità delle atlete che fanno meno scalpore di chi nei mesi scontri aveva inveito contro l’arbitro Annalisa Moccia, o nelle scorse settimane contro Giulia Nicastro.

“Mi sto ritrovando a leggere articoli e commenti che fanno rabbrividire -dichiara il procuratore sportivo Alessio Sundas– Non ci sono parole per commentare quel che sta accadendo. Il calcio femminile è uno sport che sta emergendo e a qualcuno questo dà fastidio. Non ne capisco il motivo onestamente, non mi sembra che per le altre discipline ci sia questa discriminazione come accade nel calcio. Accostare i gusti sessuali di una persona allo sport che pratica equivale a tornare indietro di cent’anni. Trovo fuori luogo anche solo discutere della vita privata delle atlete e degli atleti in generale, ancor di più se lo si fa per mettere in discussione il loro ruolo e la loro professionalità. Siamo un popolo bigotto e maschilista. Leggere di giornalisti che accostano il calcio femminile ad una dissacrazione della religione mi ha fatto ridere e al tempo stesso arrabbiare. Se una persona è credente allora dovrebbe sapere che Dio non ha mai parlato di superiorità maschile rispetto alla donna. Combattiamo la violenza contro le donne, senza comprendere che queste discussioni e queste continue denigrazioni equivalgono ad una violenza contro la loro dignità di donne e di atlete. Vi invito a soffermarvi a guardare una partita del Mondiale e poi commentare. Bisogna giudicare conoscendo e non solo per riempire uno spazio vuoto o far prendere aria alla bocca. Il calcio in rosa ha il diritto di avere una sua dignità e il fatto che le società sia di Serie A che Serie B e anche dilettantistiche stiano costruendo dei settori femminili è solo un passo avanti verso l’emancipazione di questo sport e del nostro paese. -continua Sundas- E’ proprio di ieri la notizia che una squadra campana, il Pomigliano, abbia deciso di associare una squadra femminile, assorbendola nel proprio titolo sportivo, a quella maschile. Stiamo parlando di una squadra appena retrocessa dalla Serie D e con le ragazze che competono nella Serie C. Che sia un esempio per tutti. Ora basta, rispettate le nostre atlete e tutte le donne che praticano questo sport, rispettate i loro sacrifici, la loro forza di volontà, ma soprattutto la loro passione”.