Il tempo scorre, la clessidra va consumandosi e intanto la UAFA e i suoi associati sono sul piede di guerra per fermare la riforma che sta uccidendo il mestiere di procuratore e che ben presto manderà a casa oltre 600 persone e i loro dipendenti. “Con la vita e con il lavoro della gente non si scherza -commenta il procuratore sportivo Danilo Pernisa – Io dal primo luglio dovrei chiudere tutto e perderei tutti i miei calciatori, il mio lavoro, non è giusto e non sarebbe neanche una bella figura per noi che abbiamo speso tanti soldi e tanto tempo per questo mestiere”.
Il regolamento sta spaccando i procuratori iscritti nel Registro provvisorio. con coloro che sono iscritti dal 2015 ad oggi che rischiano veramente di dover reinventarsi dopo aver investito tempo e denaro in un’attività con dipendenti e atleti assistiti. Dall’altra parte ci sono coloro che si sono iscritti all’Albo prima del 2015, quando per diventare procuratore e agente FIFA bastava un esame in FIGC organizzato, appunto, dalla FIFA: 20 domande, tre opzioni e un’ora e mezza per completarlo: “L’esame attualmente è una vera follia -continua il procuratore- Io non passato allo scritto, ma ero preparato. Avevo studiato per mesi. Si vede chiaramente che è stato creato un format per fare in modo che si creasse una cerchia intorno a quelli che sono iscritti prima del 2015. Sono 20 domande, ma abbiamo 20 minuti di tempo per leggere domande lunghissime, quattro risposte lunghissime. I tempi non ci sono, non si riesce a riflettere, ma neanche a leggere. E’ chiaro, vogliono tagliarci le gambe e tagliarle ai giovani procuratori che si sono avvicinati a questo mestiere. Non è giusto, perché o uniformano tutto, oppure lasciano tutto com’è. Tre prove sono veramente troppe, si dovrebbe tornare a prima del 2015 o fare due prove una al CONI e una alla FIGC e chi ha sostenuto l’esame prima del 2015 dovrebbe uniformarsi sostenendo la prova davanti al CONI. A marzo c’erano addirittura degli avvocati preparati che non sono stati promossi perchè i quesiti e il format è impossibile. Per quanto riguarda l’orale, sono coloro della commissione a decidere se e quanto metterti in difficoltà perchè sono loro a scegliere le domande”.
Nel 2015 la deregulation e la liberalizzazione del mestiere di procuratore secondo legge di Joseph Blatter, presidente della FIFA all’epoca della riforma, l’aumento dei costi per il deposito dei contratti, per la quota annuale di iscrizione: “Non abbiamo un punto a nostro favore. Neanche con la deregulation abbiamo avuto dei vantaggi, perchè le spese erano maggiori. Mentre per gli altri è tutto più facile. Sono d’accordo che se c’è stata la riforma i futuri procuratori dovranno sostenere un esame. Non sono d’accordo, però, che la cosa valga per noi. Siamo stati legittimamente iscritti, con le nuove norme FIFA, non siamo irregolari. Piuttosto è illegittimo che una legge di bilancio sia retroattiva. Lo dice la Corte Costituzionale”.
Oltre alla questione esame, la riforma trova delle incongruenze sugli esonerati, ma anche per la questione della percentuale: “Andando per ordine. In merito agli esoneri trovo che sia ingiusto che i calciatori possano avere famigliari come procuratori e che questi siano esonerati. La Federazione parla della competenza, mi devono spiegare, allora, qual è la competenza di un famigliare che non sta nel mondo del calcio. Per quel che riguarda, invece, la questione della percentuale: il 3% equivale a percepire una cifra che non copre neanche il rimborso spese dei viaggi, degli alberghi, ecc. Spero che la UAFA possa davvero imporsi e bloccare quello che queste federazioni stanno combinando”.