Giacinto Facchetti, il ricordo del figlio Gianfelice ai microfoni di CalcioWeb: “mi viene in mente il suo esordio in serie A, subito a marcare Ghiggia…”

La giornata del ricordo in casa Inter, quattro chiacchiere con Gianfelice Facchetti, figlio di Giacinto
CalcioWeb

E’ una giornata importante per gli appassionati del mondo del calcio, una giornata del ricordo per una delle figure più importanti del mondo del calcio italiano sia da dirigente che da calciatore: stiamo parlando di Giacinto Facchetti, uno dei calciatori più importanti e che poi si è confermato anche come dirigente. Quella del 18 luglio è una giornata da cerchiare in rosso per i tifosi dell’Inter, 77 anni fa nasceva Giacinto Facchetti, una vera e propria bandiera che ha legato l’intera carriera ai colori nerazzurri. Sono passati ben 13 anni dalla sua scomparsa, nelle ultime ore sono arrivati diversi messaggi di ricordo non solo dai tifosi dell’Inter ma da tutto il mondo del calcio.

Abbiamo avuto il piacere di fare quattro chiacchiere con Gianfelice Facchetti, figlio dell’indimenticato cuore nerazzurro, intervista esclusiva ai microfoni di CalcioWeb .

FacchettiIl primo pensiero è andato proprio ad un ricordo di Giacinto Facchetti, le parole del figlio Gianfelice sono state commoventi: “potrei svelarvi tantissimi retroscena o aneddoti, ancora oggi ed a distanza di 13 anni Papà è ricordato con grande affetto ed emozioni, ha lasciato molto sia con la maglia dell’Inter che con quella della Nazionale, in questo giorno vengono alla mente tanti ricordi ed è difficile trovarne uno in particolare, quando ci sono di mezzo Mondiale o Europei il pensiero va ovviamente alla maglia azzurra, quando invece inizia il precampionato si pensa al percorso con la squadra di club. Mi viene in mente l’inizio della carriera di mio padre, arriva all’Inter e si trova catapultato giovanissimo in una squadra di campioni, scelto da Giuseppe Meazza che è uno dei miti del calcio italiano, la prima partita di campionato contro la Roma a marcare uno come Ghiggia che era calciatore uruguagio che segnò contro il Brasile facendo perdere il Mondiale ai brasiliani provocando una ‘tragedia’, l’aspetto più bello è dunque collegato all’inizio della carriera, i primi passi, gli esordi, poi tutto quello che è arrivato dopo è comunque da ricordare, la cosa più bella per noi figli è che il campione era come genitore nella sua semplicità estrema, quello che non sapevi dell’atleta poi si specchiavano in quello che era il suo modo di essere genitore“.

LaPresse/Gian Mattia D’Alberto

Poi un commento sul presente, sul mondo del calcio e sulla passione per l’Inter: “io seguo il calcio da appassionato, grazie al teatro, alla tv ed alla scrittura sono interessato a tutto ciò che succede intorno al calcio, mi piace vedere le partire ma quello che mi interessa di più è il mondo delle persone che circondano il mondo del calcio, il teatro che viene messo in scena a partire dai tifosi, mi interessano le storie dei protagonisti del pallone“.

Sulla nuova Inter di Conte: “è una speranza quella dello scudetto, Conte è un allenatore ambizioso e con grandi pretese e che quindi richiede uno sforzo anche per quanto riguarda la costruzione della rosa, la distanza con la Juventus ancora è importante, i bianconeri si sono rinforzati ma quando si inizia da zero c’è sembra la speranza di poter raggiungere il massimo obiettivo. Anche la Juventus in parte ha corso un rischio affidandosi ad un allenatore che propone una filosofia di gioco che storicamente non appartiene alla società bianconera“.

LaPresse/Fabio Cimaglia

Sul caso Icardi: “la situazione parte da molto lontano, il rapporto tra le parti non è più recuperabile, adesso bisogna trovare la migliore destinazione possibile senza svendere il calciatore, da questo punto di vista ho molta fiducia nei dirigenti dell’Inter“.

Infine un commento sul nuovo ciclo della Nazionale con Mancini in panchina: “si è calato perfettamente nel ruolo di commissario tecnico, aveva bisogno di uno stimolo così, nel giro di pochi mesi ha dato una spinta ed una freschezza che era fondamentale dopo la depressione della mancata qualificazione ai Mondiali, è stato molto bravo nel portare idee e forze fresche, sono molto ottimista“.