Inter, Sensi si racconta: Conte, le difficoltà, il tifo per il Barcellona e l’idolo Xavi

Lunga ed interessante intervista del nuovo calciatore dell'Inter Stefano Sensi a Gazzetta dello Sport: tanti gli argomenti affrontati

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Tifa Barcellona, il suo idolo è Xavi, per maniera di giocare cerca di avvicinarsi molto al suo e a quello del Tiki Taka spagnolo. Ha parlato di questo, ma anche dei primi giorni di Inter, Stefano Sensi, che ha concesso una lunga ed interessante intervista alla Gazzetta dello Sport. Ecco le sue parole.

Conte ha a un approccio particolare con noi giocatori. È un uomo di grande impatto. Domenica sera, appena arrivati in ritiro, ha riunito la squadra e ci ha detto: “Inutile che vi dica troppe cose, sappiate però che i miei concetti di base sono due: educazione e rispetto. Fate sempre riferimento a quelli”. Ha ragione lui. Perché è inutile porre troppo regole alla squadra, quelle se le dà automaticamente ogni spogliatoio. Alla fine di tutto, se ti comporti con educazione e rispetto le tiri dentro tutte, impossibile sbagliare. È stata una sorpresa anche per me l’arrivo all’Inter. Un giorno mi ha chiamato il mio agente, mi ha parlato della possibilità, neppure gli ho dato il tempo di finire il discorso. Mi si è riempito il cuore di gioia, ho fatto la scelta migliore. E questi primi giorni me l’hanno già confermato. La Juve? Al Sassuolo arrivai in effetti con la regia della Juventus. Ma non ho tempo per guardare indietro“.

Ho pensato di non farcela, il primo anno al Sassuolo. Facevo errori legati alla giovane età, sbagliavo strada molto semplicemente. Mi ero ritrovato dentro una cosa troppo grande. Per fortuna ho imparato dagli errori. E grazie alla mia ragazza e alla mia famiglia oggi sono qui. Sono stati loro a rimettermi in carreggiata“.

La grande tradizione di centrocampisti dell’Inter? Il fenomeno era Cambiasso: incredibile, riusciva a far girare la squadra non toccando il pallone, lo guardavo e dicevo “ma come fa?”. Ma il mio idolo è sempre stato Xavi. Non l’ho mai incrociato, ma è come fosse di famiglia: sono cresciuto guardando le sue partite, ho sempre tifato Barcellona da bambino, dai suoi filmati rubavo con l’occhio, nel mio gioco c’è qualcosa di quel tipo di calcio. Ma ero pazzo di football in generale, guardavo qualsiasi match, campionato brasiliano e argentino, davvero di tutto“.

Centrocampista più forte? Due nomi: Pjanic, impressionante. E l’altro è Verratti, Le partite che mi hanno segnato di più? Da tifoso Barcellona-Psg 6-1, ritorno degli ottavi di Champions 2017. Da giocatore è semplice: Sassuolo-Crotone, il mio primo gol in Serie A, un’emozione fortissima e che spesso mi torna in mente“.