Mario Corso: il piede sinistro di Dio e le sue uscite fuori luogo

Si rinnova il classico appuntamento con la nostra rubrica "L'uomo del giorno". Protagonista di oggi è Mario Corso, storico calciatore dell'Inter
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Quando si dice genio e sregolatezza. Questo era Mario Corso, calciatore dell’Inter, noto per i calci di punizione a foglia morta. Usava un piede solo, il sinistro, come Maradona. Mario, detto “Mariolino“, è uno di quei geni incompresi, atipici. Non è stato uno di quelli che si sacrificava per la squadra, uno “alla Ilicic” per fare un paragone con un giocatore attuale. Come lo sloveno dell’Atalanta anche Corso quando era in giornata era fantastico, quando invece non lo era non voleva saperne. Quel piede sinistro poteva essere piuma o poteva essere ferro. Calciava potente quando voleva, o morbido e liftato quando la situazione lo richiedeva. Calciava quelle punizioni divinamente: la palla si alzava per superare la barriera e si abbassava subito dopo per finire in rete. Uno dei simboli della “Grande Inter“.

Un rapporto tutt’altro che idilliaco con Helenio Herrera, che infatti lo metteva sempre in cima alla lista delle cessioni, ma Moratti non lo vendeva mai. Nei supplementari contro l’Independiente regala la Coppa Intercontinentale ai nerazzurri. Nel 1970-71 è uno dei protagonisti indiscussi dell’undicesimo scudetto e torna in Nazionale. Uno dei gesti che fece discutere fu in un’amichevole tra l’Inter e la nazionale cecoslovacca. Corso era uscito dal giro della Nazionale nel 1962, escluso dal ct Giovanni Ferrari. Lui segna a San Siro e il ct si vede dedicare un gesto dell’ombrello. Cosa che gli costerà per sempre la Nazionale. Un’altra volta si dice che Herrera stesse caricando la sua squadra, annunciando una vittoria certa e Corso disse al “Mago” di sentire cosa ne pensassero gli avversari nello spogliatoio accanto. Nella storica sconfitta per 7-1 contro il Borussia Moenchengladbach, conosciuta come partita della lattina, per l’oggetto che colpì Boninsegna, Corso si prese 6 giornate di squalifica per aver, a detta dell’arbitro, preso a calci lo stesso direttore di gara a fine partita. Questo era Mario Corso, prendere o lasciare. Oggi è un vecchietto di 78 anni, ma i tifosi dell’Inter lo ricorderanno come “il piede sinistro di Dio”.