Champions League, italiane al rapporto: cosa ci lascia la prima giornata

Ecco cosa ci lascia la prima giornata di Champions League: il resoconto delle quattro italiane all'esordio, tra conferme e incertezze

CalcioWeb

Una vittoria, due pareggi e una sconfitta. Questo il bottino conseguito dalle italiane all’esordio in Champions League. Paradossalmente, a fare meglio è stato chi sulla carta ha affrontato avversari molto forti. Chi ha fallito, invece, aveva davanti gare alla portata. Ma, non ce ne vogliano Inter e Atalanta, l’aver giocato determinate partite, in questa competizione, conta. E quindi non meravigli il risultato di Napoli-Liverpool o quello di Atletico-Juve (che sarebbe potuto essere diverso): la mentalità degli allenatori, e dei calciatori, ha fatto la differenza. In attesa di conferme (per chi ha fatto bene) e di voglia di riscatto (per chi ha fatto male).

Napoli e Juventus, la strada è quella giusta

Sì, non ci vuole molto a capire che la strada è quella giusta. Come detto, in questa fase è la mentalità che conta, al di là del risultato. Carletto è un maestro, non lo scopriamo certo noi. Di fronte ai campioni d’Europa, nessun timore. L’atteggiamento è quello corretto, equilibrio nelle due fasi e nessuna paura d’attaccare, con la mossa Insigne esterno di centrocampo a dimostrarlo. E i cambi giusti al momento giusto.

La Juve. Già, la Juve. Diamo a Cesare quel che è di Cesare. L’abbiamo criticata, spesso, per l’atteggiamento, ma questa volta bisogna esaltarlo. Si chiedeva la mentalità da grande squadra, la voglia di attaccare anche con il vantaggio. Ecco fatto. Dopo il primo tempo contro il Napoli, ieri sera si è vista di nuovo la mano di Sarri. Scacciata via la brutta prestazione di Firenze, i bianconeri ci sono e così possono fare paura. Capacità di palleggio, aggressività e velocità. Peccato per quel brutto difetto da risolvere: le palle inattive.

Inter e Atalanta, così non si va lontano

Il ragionamento inverso rispetto alla Juve. Abbiamo lodato questa prima Inter di inizio stagione, così come un’Atalanta che ormai non sorprende più, ma le prestazioni contro Slavia Praga e Dinamo Zagabria sono da matita rossa. A San Siro non si vede granché. Solo sprazzi dell’intensità che chiede Conte. Tanti errori semplici in fase d’appoggio e la paurosa sterilità offensiva. Lautaro ha due volte le occasioni per colpire e spreca, Lukaku le occasioni neanche se le crea, sbagliando anche gli stop e le sponde più facili. Qual è la vera Inter?

Atalanta, lo abbiamo scritto ieri: la Champions è un’altra cosa. Sia chiaro, questo non vuol dire che non ci sia possibilità di riscatto, a partire dalla prossima sfida, ma se l’atteggiamento è questo il sogno di partecipare alla Coppa dalle grandi orecchie rischia di diventare un incubo. I bergamaschi non scendono in campo, sono assenti. Spettatori paganti, assistono quasi immobili alle marcature della compagine locale. Mentalità o condizione?

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