Fantacalcio, cronaca di un’asta maledetta

Il fantacalcio appassiona milioni di italiani. C'è chi preferisce la versione online del gioco e chi, invece, è più fedele alla tradizione
CalcioWeb

Come ogni anno si sta diffondendo quella malattia chiamata fantacalcio, alla quale non esiste rimedio. Gli “incurabili” sono milioni, che ogni anno si ritrovano a studiare nomi, mercato e caratteristiche di ogni singolo giocatore sin da luglio. Con l’ammodernamento delle tecnologie c’è chi si è convertito alle piattaforme online e chi, invece (come si dovrebbe fare), preferisce rimanere un fedelissimo di carta e penna. Come detto nemmeno il tempo di finire una stagione fantacalcistica che si pensa subito a quella dopo. Perché devi confermarti, se ti è andata bene, o devi rifarti agli occhi dei tuoi amici, o meglio compagni d’asta. E sì, perché (e chi scrive ne sa qualcosa) di amicizie al fantacalcio se ne rovinano parecchie. E allora giù a piazzare scommesse su chi arriverà più in alto in classifica, o chi azzeccherà la sorpresa dell’anno. E ci si giocano cene, aperitivi, che qualcuno (invitabilmente) pagherà.

Ma partiamo dalla cosa più complicata: organizzare l’asta. E sì, perché (strano a dirsi) ma è più difficile ritrovarsi tutti insieme in un’unica giornata che tutto il resto. Otto o dieci ragazzi che stabiliscono una data, ma uno non può perché lavora, uno studia all’università, uno non so cosa, alla fine siamo in tre. E allora si rimanda. Si decide di fare tutto il 20 di agosto con 15 giorni ancora di mercato perché c’è chi deve partire per le vacanze. E studi come non hai mai fatto a scuola. Perché sai che i nove mesi successivi dipenderanno da quello che farai all’asta. Un po’ come uno che non studia tutto l’anno, ma il giorno dell’interrogazione è preparatissimo. Sa di non poter sbagliare. E allora giù a guardare i video dell’ultimo acquisto estero del Genoa e a cercare di capire chi è l’impronunciabile centrocampista comprato dal Brescia.

Io ne ho visto cose che voi umani non potreste neanche immaginarvi. Amicizie decennali rompersi, storie d’amore infrangersi perché hai la cena con i genitori di lei (ma Amore c’ho l’asta del fantacalcio). O ancora: “Stasera usciamo? No, stasera no. C’è l’amichevole tra Lecce e Pergolettese, voglio vedere chi devo prendere all’asta“. E finalmente arriva. Il fatidico giorno dell’asta. Arrivi nella sede prescelta con tanto di penna, carta, lista dei giocatori da prendere. Sei talmente in ansia che arrivi prima del padrone di casa e sei costretto ad aspettare. Quando finalmente arrivano tutti, si inizia.

Seduti intorno ad un tavolo. Ognuno scruta l’avversario, che cerca di non far trasparire emozioni. C’è il listone, si inizia. Anzi no. Dobbiamo decidere se chiamare in ordine alfabetico o estrarre a caso una lettera. E via con altre discussioni. Perché a me non sta bene l’ordine alfabetico perché Ronaldo è alla C di Cristiano, ad un altro non va bene estrarre a sorte perché si imbroglia. Va beh, ci siamo, finalmente. Ogni asta del fantacalcio che si rispetti deve avere un banditore, che munito di listone chiama ad uno ad uno i calciatori. Inizia la guerra. A partire dai portiere. Quest’anno Handanovic è mio, con la difesa che ha Conte non prende nemmeno 20 gol. E arriva un altro che te lo frega. No, il primo obiettivo è andato, fa niente. Risparmiamo in porta, così avrò più crediti di tutti per l’attacco. E ti ritrovi con Joronen, Sepe e Musso come portieri. Difesa: Chiellini quest’anno è mio, tanto tutti punteranno de Ligt. Te lo aggiudichi e anche ad un buon prezzo. Ma ahimé la fortuna non è dalla tua parte e il capitano della Juventus, che avrà saltato si e no dieci partite negli ultimi 10 anni, si rompe il crociato. E via con le bestemmie. Parte mezzo calendario. Metà asta, arriva un break. Sono arrivate le pizze. E per una mezz’oretta ritorni a parlare con quelli che fino a poco prima erano i tuoi amici, poi sono diventati avversari.

Pausa finita, si riparte. Arriva il centrocampo. Il reparto più insidioso. E sì, perché se spendi troppo ti ritrovi con pochi crediti per l’attacco, se spendi poco hai completato tre quarti di una squadra che fa veramente schifo. E allora ti affidi ai Santi che fino a poco prima avevi nominato in un’altra accezione. Sei soddisfatto a metà del tuo centrocampo. Hai preso due top. Un paio di titolari buoni e quella scommessa Schone, che hai studiato tutta l’estate. Uno dei tuoi avversari ti deride perché dici che il danese del Genoa è un fenomeno delle punizioni e segnerà almeno 7-8 gol. Tu gli rispondi dicendogli che l’anno prima lui aveva preso Stulac del Parma per lo stesso motivo. Risultato: 0 reti. Schone non potrà fare peggio. E sei abbastanza contento. Ma arriva la fase clou. Si fa il calcolo dei crediti che restano ad ognuno. E tu, che pensavi di avere più di tutti e di prendere Cristiano Ronaldo e Duvan Zapata insieme scopri che ce ne sono almeno due che hanno più di te. Non è possibile, rifate i conti. Calcolatrice alla mano, è vero. Hanno più soldi di te. No!

Chi punto adesso? Quale sarà il mio bomber? E’ questo l’unico pensiero che riecheggia in testa. Hai deciso di prendere Belotti, ma ti rilanciano. Maledetti! Prendo Dzeko a 180. Dici va beh tanto siamo ancora a metà lista. Qualcun’altro prenderò. E ti passano tutti sotto il naso, uno dietro l’altro. Arrivi a Pavoletti. Riesci a portartelo a casa. Ma alla prima partita si fa male anche lui. E no, qui c’è qualcuno che gufa. Come se non lo facessi anche tu. Finisce l’asta o meglio no. Ci sono gli scambi. Tizio non è contento del suo attacco e ti propone Nainggolan e un difensore a tua scelta per Dzeko. E si va avanti così per un’altra mezz’oretta. Si arriva alla fine. Saluti e prendi la strada di casa, contento nel complesso del lavoro che hai fatto. Ma già quando sei in macchina pensi: “Che squadra di m… che ho fatto“, “Ma perché ho preso lui?”.

Ma mica finisce all’asta. Quello è solo l’inizio. Si arriva al momento in cui si deve schierare la formazione per la prima giornata. E via alle preghiere. E di nuovo studi le formazioni, le gare in programma per poter inserire il miglior undici possibile. Conosci ogni segreto dei tuoi giocatori perché li segui su Instagram. Diventi uno stalker. Sai che Dzeko ha festeggiato il compleanno due giorni prima della partita e allora non lo metti, perché potrebbe risentirne. Ad Immobile è nata la figlia e allora lo schieri perché le deve dedicare il gol. Ci si affida a tutto. Sul gruppo WhatsApp del fantacalcio inizi a piangerti dal venerdì sera contro l’avversario di turno. “Tanto ti segna Lapadula, Berardi farà tripletta perché segna sempre contro di me”. E puntualmente Berardi fa tripletta contro la Sampdoria e tu ce lo avevi contro. E ricomincia la sfiga.

La cosa più bella sono gli sfottò. Hai l’audio registrato del rigore segnato da Belotti l’anno prima e quando ne sbaglia uno lo mandi nel gruppo, inviando subito dopo l’audio di Caressa che in finale dei Mondiali dice: “Non è gol, non è gol”. E via con insulti, pianti, auguri agli amici e scongiuri vari. Perché è questo il bello del fantacalcio. Sappiamo che ogni anno saremo ancora lì, seduti a quel tavolo, a dire “Aggiudicato!“. Ma che poi come ogni anno rideremo con i nostri amici per questa passione che ci unisce.