Parliamo oggi di Cristiano Lucarelli, ex attaccante. La carriera di Lucarelli inizia dai dilettanti, in seguito approda al Perugia. Con le maglie di Cosenza e Padova inizia a far vedere le doti di grande bomber segnando 29 reti in due stagioni, meno bene all’Atalanta. Claudio Ranieri lo porta al Valencia. Esperienza triste quella spagnola, tant’è che Lucarelli torna in Italia. Al Lecce prima e al Torino poi segna 37 gol. Nel 2003 realizza il suo sogno, giocare per il Livorno, squadra della sua città. Diventa capocannoniere della Serie A con 24 reti. Nel 2007 va in Ucraina allo Shakhtar Donetsk, segnando un gol in Champion contro il Milan. Torna di nuovo in Italia e chiude la carriera con Parma, Livorno e Napoli. Dal 2012 Cristiano Lucarelli ha intrapreso la carriera da allenatore con alterne fortune, guidando prima gli allievi del Parma, poi in serie Perugia, Viareggio, Pistoiese, Tuttocuoio, Messina, Catania e Livorno. Infine la promozione con la Ternana.
Cristiano Lucarelli è indissolubilmente legato a Livorno. Il suo pensiero comunista lo ha fatto amare ancor di più dai tifosi. Un gol segnato con la nazionale italiana Under 21, contro la Moldavia nel 1997, gli costò una squalifica per aver mostrato sotto la maglietta un’altra maglia con l’immagine di Che Guevara e la scritta ‘Il Livorno è una fede’. Livorno non può non amare un calciatore così. E le strade di Lucarelli e Livorno sono destinate ad incrociarsi. Nell’anno 2003 rifiutò diverse offerte milionarie dei club di Serie A per firmare per il Livorno, da poco retrocesso nella Serie B. “Che si tengano il miliardo”, spiegò al suo agente Carlo Pallavicino, facendo una scelta di cuore e non di soldi, dimezzandosi lo stipendio pur di approdare nella squadra della sua città. Chiudiamo a tal proposito con una sua frase che rende al meglio l’idea: “Ci sono giocatori che con i soldi guadagnati si comprano lo yacht, una Ferrari, una villa al mare. Ecco io con questi soldi mi ci sono comprato la maglia del Livorno”.