Accadde oggi, 28 novembre 2016, la tragedia aerea della Chapecoense: 71 morti e l’incredibile storia di Henzel

Torna il classico appuntamento con la rubrica "Accadde oggi". Giornata triste per il calcio, ricorre il terzo anniversario della tragedia della Chapecoense

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Il 28 novembre del 2016 l’aereo sulla quale viaggiava la squadra brasiliana della Chapecoense si schiantò vicino a Medellin, in Colombia. A perdere la vita furono 71 persone tra calciatori, staff, dirigenti e giornalisti. Sei i sopravvissuti, tre giocatori, un radiocronista, Rafael Henzel, e due membri dell’equipaggio della LaMia, la compagnia aerea boliviana che li trasportava. La squadra brasiliana avrebbe dovuto disputare la finale della Copa Sudamericana contro l’Atletico Nacional. Fu incredibile la storia del disastro. La Chapecoense sarebbe dovuta arrivare a bordo di un charter diretto a Medellin. Ma il volo non venne autorizzato dall’aviazione brasiliana e ci fu il cambio di programma, risultato fatale.

I giocatori più noti erano l’attaccante Bruno Rangel, di ritorno da un’esperienza in Qatar, il terzino Dener, il mediano Gil, oltre al centrocampista Cleber Santana, che nella stagione 2009-2010 giocò nell’Atletico Madrid. Il portiere Danilo era stato fra i “recuperati”, ma portato in ospedale, è morto per la gravità delle ferite rimediate. Fra le vittime anche un giocatore passato in Italia: si tratta di Filipe Machado, difensore, 7 presenze con la Salernitana nel campionato di serie B 2009-2010. I sopravvissuti allo schianto sono tre: il terzino sinistro Alan Ruschel, il difensore Helio Zampier Neto e il secondo portiere Jackson Follman. Oltre a loro i nove della rosa non partiti e Matheus Saroli, figlio del d.t. del club, che sarebbe dovuto essere sul volo ma non è partito da San Paolo perché aveva dimenticato il passaporto.

Uno dei sopravvissuti fu Rafael Henzel, un radiocronista brasiliano. La sua è una delle storie più assurde. A marzo del 2019, dopo essersi ripreso, morì d’infarto mentre giocava a calcetto. L’aereo precipitato in Colombia è rimasto senza combustibile. Dalle registrazioni emerse anche un dialogo tra il pilota e il copilota sulla possibilità di fare uno scalo in altri due aeroporti, quelli di Leticia o di Bogotà, proprio a causa del “carburante al limite”. I due decisero poi di continuare il viaggio. Una tragedia, molto simile a quella del 1949, quando l’aereo del Grande Torino si schiantò contro la Basilica di Superga. Qualche mese dopo proprio Torino e Chapechoense hanno stretto un gemellaggio. Due squadre unite da un tragico destino.