L’uomo del giorno, Gigi Radice: i successi col Torino e gli aneddoti, quando disse “fuori i coglioni” e Pecci…

Si rinnova il classico appuntamento con la nostra rubrica "L'uomo del giorno". Protagonista di oggi è il compianto Luigi Radice, ex allenatore
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Gigi Radice, grande ex calciatore e allenatore, si è spento poco più di un anno fa, due giorni prima di Milan-Torino. Il caso ha voluto così. Le due squadre simbolo della sua carriera. Con i rossoneri Radice vinse tre scudetti e una Coppa Campioni. Fu costretto ad abbandonare la carriera da calciatore a soli 26 anni a causa di un grave infortunio al ginocchio. Lo scudetto 1961-1962 fu quello che lo vide maggiormente protagonista nel ruolo di terzino sinistro.

Radice è considerato a furor di popolo l’importatore del pressing a tutto campo. Grazie alle sue innovazioni tattiche, il Toro vinse lo scudetto nella stagione 1975-1976, l’ultimo della sua storia. Il settimo sigillo granata, quel titolo che evocò anche paragoni con il Grande Torino. Un modello di calcio innovativo. Radice cercò di ripercorrere il calcio totale dell’Ajax. Tra i protagonisti del trionfo Pulici e Graziani, i gemelli del gol. Proprio con Pulici si stabilì un rapporto speciale. Entrambi brianzoli. L’ex bomber granata raccontò di come Radice desse la mano a tutti prima della partita, mentre a lui dava una testata quasi a volergli passare le sue idee. Un tipo riservato e schivo Radice, un uomo amato da tutti.

Radice ha anche allenato il Bologna. Nella stagione’80/’81, il tecnico brianzolo riuscì a portare la squadra al settimo posto, nonostante una penalizzazione di 5 punti. Allenò anche Genoa e Roma. I tifosi giallorossi lo omaggiarono con uno striscione: “Un uomo solo al comando, con undici leoni al suo fianco, la sua maglia è giallorossa, il suo è nome Gigi Radice“. Nel 2015 fu il figlio Ruggero a rivelare la malattia del padre. L’Alzheimer comparso un decennio prima e, forse, sottovalutato dalla famiglia. Negli ultimi istanti di vita gli sono stati vicini in pochissimi. Qualche ex giocatore del Torino e qualche amico. Una carriera vissuta in riservatezza, una morte schiva, lontano dai riflettori. Non passò inosservato, invece, l’affetto dei tifosi. Di tutti, non solo delle squadre che ha allenato.

Un uomo capace anche di scherzare mentre preparava le partite. Lo ricorda l’attuale tecnico del Genoa Davide Nicola: “A fine allenamento premeva per farci perfezionare i cross. Lanciando la palla ci chiedeva: ‘Chi sei tu? Immagina di essere un grande giocatore: potresti essere Schnellinger, assomigli a lui’. Così crossó il pallone e io feci gol al volo. Lui esultando disse: ‘Bravo Schnellinger!'”.

Un altro divertente episodio lo riportò alle cronache dell’epoca il giornalista Beppe Viola, scomparso nel 1982: “Radice disse ai propri calciatori: ‘Fuori i coglioni!’. Eraldo Pecci si rivolse a Patrizio Sala: ‘Guarda che dice il mister che devi uscire'”.