Amadou Diawara si confessa al sito ufficiale della Roma. Il centrocampista giallorosso racconta l’avversione di suo padre, che non voleva che il figlio giocasse a calcio: “Mi ricordo che quando ero piccolo mio padre non voleva che facessi calcio. Ogni volta che andavo a giocare dovevo fermarmi a fare una doccia da un amico e poi tornare a casa. La prima volta che gli ho detto che avrei voluto fare calcio ho preso una sberla che ancora ricordo bene. Mia sorella Sira mi aiutava, mi comprava le scarpe e le nascondeva per non farle vedere a mio padre che altrimenti le avrebbe regalate a qualche altro bambino pur di non farmi giocare”.
“Motivo? I miei genitori sono insegnanti, mio padre mi diceva sempre che quando rientrava a casa dal lavoro vedeva un miliardo di bambini che giocavano a calcio e che tra tutti quelli, al massimo in due avrebbero potuto farlo come lavoro. Quindi dovevo studiare, visto che era quasi impossibile che io fossi tra quei pochi fortunati. A scuola ci andavo, ma gli orari di allenamento interferivano con le lezioni e a volte la saltavo per andare a giocare. Io pensavo solo al calcio e a quanto mi piaceva. Uno di quei pochissimi fortunati potevo essere proprio io. Ho sempre creduto che sarei potuto arrivare in alto, il segreto era lavorare, dare tutto per quello che si vuole raggiungere. Io ho fatto così, ho ‘sfidato’ mio padre che non ci credeva, io ci ho creduto e ce l’ho fatta“.