Dennis Bergkamp, dal gol più bello della Premier al modello sbagliato fino alla fobia che gli costò un Mondiale

Si rinnova il classico appuntamento con la nostra rubrica "L'uomo del giorno". Protagonista di oggi è Dennis Bergkamp, ex attaccante olandese

CalcioWeb

Classe 1969, Dennis Bergkamp è stato un ottimo protagonista. Calciatore che ha fatto sognare i tifosi di tutte le squadre in cui ha giocato, tranne quelli dell’Inter. Particolarmente fortunata l’esperienza con l’Arsenal, non a casa davanti all’‘Emirates Stadium’ c’è una statua che lo raffigura. Negativa, invece, l’esperienza in maglia nerazzurra. Bergkamp arrivò all’Inter nell’estate 1993 e vi rimase due stagioni. Insieme a lui anche Wim Jonk, altro olandese dell’Ajax a cui Ernesto Pellegrini, allora presidente interista, chiese di ripetere le gesta del trio ‘orange’ del Milan. Prima di firmare per l’Inter Bergkamp fu vicinissimo al Napoli. C’era l’accordo preliminare, poi tutto saltò.

Lo stesso olandese ricorda il periodo italiano, oltre al corteggiamento del Barcellona: “Johan Cruyff mi ha detto senza diffonderlo troppo che mi voleva al Barcellona. Ogni volta che c’era una squadra che mi voleva mi diceva di non farlo, che il Barcellona era l’unica opzione. Ma ho sempre avuto la sensazione di finire in Italia, era il campionato più importante allora. Non volevo andare al Milan perché Gullit, Van Basten e Rijkaard erano andati lì. Tutto è stato fatto tra Juventus e Inter e abbiamo avuto la sensazione migliore con i dirigenti dell’Inter. Hanno fatto tante promesse, ma non erano costanti. Dicevano: ‘Giochiamo più offensivi’. E lo hanno fatto, ma solo per un mese, non era quello che mi aspettavo. Ma l’Italia era buona per la mia crescita, lì ho imparato ad essere più professionale”.

Il 2 marzo 2002, contro il Newcastle, Bergkamp siglò il suo gol più bello: assist verticale di Pirès, il numero 10 olandese, a ridosso dell’area, toccò la palla di sinistro, fece una giravolta su se stesso e lasciò sul posto il marcatore, segnando con un destro piazzato. Quella rete non solo entrò a far parte del videogioco FIFA ma è stata votata come “gol più bello di sempre in Premier League”.

La sua famiglia era talmente tanto appassionata di calcio che il suo nome, Dennis, gli venne dato in onore di Denis Law, leggenda del calcio inglese e Pallone d’Oro nel 1964. Da piccolo il suo grande mito era Glenn Hoddle, storica mezzala del Tottenham, ricordato da tutti per le sue affermazioni fatte tra il 1996 e il 1999, quando era alla guida della Nazionale inglese. Per il Ct gli handicap dei disabili sarebbero punizioni date per quanto commesso nelle vite precedenti.

Di Bergkamp è nota la fobia degli aerei. Fu per questo motivo che rinunciò ai Mondiali del 2002 e a diventare allenatore dell’Arsenal in tempi più recenti. Terrorizzato in gioventù dopo un viaggio in aereo sopra l’Etna, in cui il velivolo perse quota per poi rialzarsi, ebbe a che fare con la sua paura durante Usa ’94. La Nazionale Oranje era in volo, assieme a staff tecnico e giornalisti e proprio uno di questi, tra scherzo e goliardia, disse: “C’è una bomba”. Da quel momento, Bergkamp non avrebbe più preso un aereo. Si spostò in auto o in nave per il resto della carriera e ancora oggi ne è terrorizzato. Una fobia che gli “costò” il soprannome ‘olandese non volante’.

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